La parte alta della Val Varaita che da Casteldelfino conduce a Bellino e al confine dei Colli Malacosta, Longet e Mongioia venne fortificata, nonostante la natura aspra e scoscesa della vallata, con la realizzazione di quattro diversi capisaldi.
A supporto di questi, vennero realizzate,
sulla Cima Battagliola e su Punta Cavallo, la 206° e la 207° Batteria G.a.F.,
dotate di cannoni da 149/35. Inoltre, si realizzarono la 38° Batteria G.a.F.
e un annesso ricovero nella località Prafauchier, la 357°
batteria e un piccolo ricovero a Grange Culet (oltre Chiazale) e la Caserma
du Verger costruita poco sopra Sant’Anna di Bellino (struttura in seguito
convertita a casa alpina.
a.
Il Caposaldo Balma
Risalendo da
Sant’Anna di Bellino lungo la strada che risale verso il Colletto Chiausis, a
quota 2.690 metri di altitudine si incontra, su un piccolo spalto, la Caserma
di Balma, in grado di ospitare una trentina di uomini. Alle spalle della
Caserma, sulle pendici rocciose, si incontrano gli scavi dell’Opera 208 che
non fu mai ultimata. Sul lato opposto dell’altura era prevista la realizzazione
dell’Opera 208 bis, anch’essa mai ultimata ma di cui sono rinvenibili
alcune gittate di cemento e alcune putrelle.
Curiosamente,
le altre due opere facenti parte del caposaldo, le Opere 207 e 209, si
trovano in Val Maira “per raggiungerle
dal caposaldo Balma occorreva dalle pendici del monte Faraut svalicare e
scendere nel vallone di Traversiera, attualmente facilmente raggiungibile dalla
valle Maira”[1]. Si tratta anche in questo caso di
scavi di gallerie in roccia mai ultimate.
b.
Il Caposaldo Crouset
Il Caposaldo
Crouset costituiva il nucleo centrale delle difese del Vallone di Bellino.
Da Sant’Anna di
Bellino, risalendo la strada del Vallone Traversagna, si devia verso il
sentiero che porta alle Grange Malbuiset. “Nel
punto dove la pista si restringe occorre deviare sulla sinistra passando tra
dei roccioni imboccando il sentiero d’accesso all’Opera 210. Risalendo
il sentiero diventa un susseguirsi incredibile di rampe di scale, prima
addossate e poi incassate nella roccia, che si arrampicano sino a raggiungere
sulla sommità il portale in calcestruzzo dell’ingresso della 210.”[2]. L’opera, in
caverna e di tipo 200, constava di due distinte casematte per mitragliatrici.
Qualora,
invece, da Sant’Anna si proseguisse verso l’alta valle, nei pressi di Grange
Malbuiset si rinviene un appostamento con un malloppo per un’arma.
Proseguendo oltre, si giunge a Pian Ceiol e attraversando il Varaita si giunge
a un blocco mimetizzato in pietre dell’Opera 14, dotata di una casamatta
per mitragliatrice.
Poco oltre sul
pendio si trovava l’Opera 211, dotata di due casematte per
mitragliatrici e appena più a monte è ancora visibile la Caverna 15,
piccolo ricovero scavato in caverna.
Ancora più in
alto, alle pendici del Buc du Sparvieres, si trova l’Opera 212, opera di
tipo 7000 mai completata e compiuta. Sono ancora visibili la bella caponiera di
ingresso, mai rivestita, e il malloppo ben mimetizzato con una copertura
rocciosa.
c.
Il Caposaldo Reisassetto
Come per il
Caposaldo Balma, anche nel caso del Caposaldo Reisassetto assistiamo alla
mancata realizzazione di quasi tutte le opere previste per la difesa del fianco
destro del vallone, a copertura dei Colli Malacosta e Longet. Fulcro centrale
del caposaldo era costituito dalla Caserma di Reisassetto, posta sulla
testa del vallone omonimo. Poco sopra alla caserma è ben visibile il deposito,
con una caratteristica copertura a botte. Qui si sarebbe dovuta realizzare l’Opera
203, di cui, tuttavia, esistono soltanto gli scavi nella roccia.
Per il resto,
le uniche attività nel caposaldo furono gli sbancamenti e l’avvio degli scavi
per le Opere 214 e 214 bis, che sarebbero dovute sorgere sul versante destro
della vallata.
d.
Il Caposaldo Lupo-Fiutrusa
Il Caposaldo,
in verità, altro non era se non la realizzazione di alcune opere di presidio al
Colle Mongioia e al Monte Salza, in quanto la complessità dei rilievi e
l’asprezza dei valloni rendeva la zona di difficile accesso e quindi
naturalmente difesa. Ivi furono realizzati un piccolo Bivacco al Passo
Fiutrusa, oggi parzialmente crollato a causa della franosità della roccia
soprastante, e una Caserma difensiva al Colle del Lupo, idonea ad
ospitare una ventina di uomini.
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