Costigliole Saluzzo
Accesso: Costigliole, si raggiunge da Torino con l’autostrada A6 (Torino-Savona), utilizzando l’uscita di Marene e proseguendo poi per 23 chilometri lungo la provinciale n. 662, superando Savigliano e Saluzzo, poi proseguendo in direzione Cuneo. In alternativa, si può arrivare a Saluzzo città con la statale n. 589, Cuneo-Avigliana, o con la provinciale n. 663 da Carignano. Giunti in Saluzzo, attraversando la città o seguendo la circonvallazione, comunque in direzione Cuneo, si giunge a Costigliole (83 Km da Torino)
Il luogo e la storia
Posta a pochi Km da Saluzzo, che ricorre anche nel suo toponimo, Costigliole Saluzzo vanta un passato ricco di storia. La sua posizione lo vede adagiato sulle pendici del Mte Pagliano, con le case del centro storico che lambiscono la grande strada che collega Cuneo a Saluzzo e con ben tre castelli posti nella parte superiore.
Già insediamento longobardo nel VI sec. il villaggio fu a lungo tempo legato all’abbazia di Villar S. Costanzo, che ebbe parte importante nella storia del paese.
Con la formazione del Marchesato di Saluzzo, tuttavia, il feudo passò nelle mani di Manfredo I che, a sua volta, lo cedette in beneficio alla famiglia Costanzia, conosciuta come da Costigliole, sempre dimostratasi fedele al titolare del feudo. Anticamente la famiglia risiedeva sulla rocca fortificata di S. Cristina, posta all’imbocco della val Varaita, proprio nei pressi di Costigliole; nel XIII sec., tuttavia, lo sviluppo di questo borgo, posto lungo un’importante via commerciale, convinse i Costanzia a spostarsi a monte del paese, ove sorse in primo bastione che in parte corrisponde all’odierno Castello Reynaudi, così chiamato dal nome di uno degli ultimi proprietari. Esso venne edificato su una balza del monte suddetto, e fortificato da una cinta muraria cui si accedeva dalla Porta Grafiona, ancora oggi esistente. Sotto il marchese Ludovico II, il più illustre della casata dei Saluzzo, le mire dei Savoia sul marchesato divennero insostenibili. In particolare Carlo di Savoia, il Guerriero, dopo un assedio durato parecchi giorni, nel 1487 espugnò Costigliole, facendone atterrare le fortificazioni. Esse, sorgenti ove oggi è posto il Castello Reynaudi, furono poi riedificate nella forma attuale nella prima metà del ‘600. La conquista del marchesato per mano sabauda poté avvenire anche per il diniego francese ad accorrere in soccorso di Ludovico, che con la Corona transalpina aveva un buon rapporto.
Gli altri due castelli del paese: il Castel Rosso ed il Castellotto (l’Castlòt), sono entrambi opere edificate tra il XV ed il XIX sec. Il primo, oggi trasformato in un residence-hotel, fu la vera residenza dei Costanzia e conserva ancora affreschi di età rinascimentale.
Il Castellotto, invece, posto a brevissima distanza dagli altri due, quasi confinanti, in origine opera di difesa divenne col tempo un palazzo residenziale. Annualmente al suo interno si svolge una suggestiva rappresentazione del Presepe vivente.
Conquistato dai bonapartisti francesi nel 1796, Costigliole tornò sabauda con la restaurazione piemontese.
La visita
Classico borgo medievale accentrato alla base dei castelli che lo sormontano, Costigliole ricorda assai da vicino le vicine Manta e Verzuolo, che ne riproducono a grandi linee le stesse caratteristiche: vie strette e ripide, case addossate e ricche di particolari che riconducono al loro periodo costruttivo corrispondente agli ultimi secoli del medio-evo.Oltre i già citati castelli, due dei quali molto rimaneggiati ed uno, il Castello Reynaudi, necessitante di opere di consolidamento e recupero, il paese offre al visitatore alcune strutture di discreto interesse, a cominciare dalla parrocchiale di S: Maria Maddalena, posta sull’alto nelle vicinanze dei castelli, risalente al XV sec. ed originalmente gotico-piemontese, ma rimaneggiata nel ‘600. Al suo interno un interessante affresco quattrocentesco raffigurante S. Francesco nell’atto di ricevere le stimmate.
Da menzionare il settecentesco Palazzo Giriodi di Monastero, sede municipale, che conserva opere del pittore torinese Luigi Vacca (XIX sec.). Lungo la via di Cuneo, poi, nella parte bassa del paese, da ricordare il settecentesco palazzo Sarriod de la Tour, con ampio loggiato, oggi sede della biblioteca civica
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