mercoledì 31 gennaio 2018

Vallo Alpino: la zona di Culubrusa – Colletta Faure – Col Bancet (Bobbio Pellice)

Poche centinaia di metri a monte della località Culubrusa, lungo il sentiero GTA che da Villanova porta alla Colletta delle Faure, si trovano i resti 340° batteria G.a.F.: realizzata nel 1940 per rinforzare il caposaldo Ferrera, era dotata di pezzi da 100/17. E' ancora ben visibile il ricovero per i pezzi d'artiglieria, costruito al riparo della cresta rocciosa, al quale è stato smontato completamente il tetto: la struttura è costituita da due grandi locali rettangolari e da uno più piccolo, forse adibito a latrina, sul lato nord. Appena a monte è visibile un muro di pietra a secco con feritoia, che ospitava una postazione da cui si controllava tutta l'area. Poco a sud, proprio sul crinale che qui strapiomba sul fondovalle, sono individuabili i resti di due piazzole per i cannoni, semplici fosse di forma grossomodo circolare. Vicino alla più meridionale di esse si trova anche un piccolo riparo, ai piedi di una "balma" di roccia.

La zona della Colletta delle Faure - Col Bancet è sempre stata storicamente considerata un luogo strategico, dal quale si domina buona parte dell'alta Val Pellice e si controllano i collegamenti con l'importante valico del Col Giulian, che porta in Val Germanasca (vedi la sezione dell'Atlante sulle "Opere minori in alta Val Pellice"). Delle strutture più antiche (trinceramenti, ridotte, ecc.) non rimane praticamente più traccia, sia per la deperibilità dei materiali con i quali furono costruite, sia per gli interventi antropici eseguiti negli anni successivi tra cui, in particolare, la pista agro-silvo-pastorale che da Villanova sale alla Colletta delle Faure e, da qui, un tronco raggiunge il Col Bancet e l'altro il Col Giulian. Poco sotto la Colletta sono ancora visibili i pochi resti di un baraccamento militare, realizzato forse già a fine '800. Poco più a monte, proprio sul valico, è possibile individuare i resti di un altro piccolo ricovero.

Proseguendo poi fino al Colle Bancet, qui sono ben visibili lungo la pista sterrata i ruderi di un altro ricovero, edificato in posizione strategica per il controllo della sottostante vallate e dell'accesso al vicino Caposaldo del Col Content.




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Vallo Alpino: la zona di Culubrusa – Colletta Faure – Col Bancet (Bobbio Pellice)

Caserme e strutture militari del concentrico di Bobbio Pellice

Nei due centri maggiori della Val Pellice sono presenti due grandi ex-caserme, edificate entrambe negli anni '30 del XX secolo: 
- la caserma "Luigi Pettinati" di Luserna San Giovanni, in località Airali, che dopo aver ospitato per alcuni anni istituti di istruzione superiore è attualmente dismessa, ma potrebbe diventare in un prossimo futuro la sede unica delle scuole del paese; 
- la caserma "Giovanni Ribet" di Torre Pellice, recuperata come sede della Croce Rossa e di altre associazioni.

Ma è Bobbio Pellice il paese in cui vi sono il maggior numero di strutture militari, localizzate all'interno del concentrico. Innanzitutto le palazzine Ufficiali e Sottoufficiali di Via Peyrot, purtroppo abbandonate da decenni e ormai in avanzato stato di degrado. Tali strutture sono state acquisite recentemente dal Comune, che si spera riesca a ristrutturarle e donar loro una nuova vita.
Poi c'è l’ex-caserma "Monte Granero", composta da un grosso corpo di fabbrica a tre piani più sottotetto, che poteva ospitare 100 uomini, e dalle scuderie. Realizzata tra il 1938 e il 1939, ospitò dapprima il 3˚ Reggimento Alpini e poi la Polizia di Frontiera fino al 1944, quando fu attaccata per ben due volte e infine espugnata dai Partigiani. Successivamente la struttura fu utilizzata per i campi militari e in seguito venne abbandonata, fino al 2002 quando l'edificio principale fu recuperato e trasformato nel centro vacanze e congressi denominato “Forterocca”, aperto nel 2008.
Sempre in centro paese, lungo Strada della Giurnà, si trova il magazzino del Genio militare, abbandonato per anni ma da poco acquisito dal Demanio da parte del Comune di Bobbio Pellice, per essere trasformato in magazzino e ricovero mezzi della Protezione civile.
Nelle vicinanze del torrente Pellice si trovano infine due gruppi di ex-casermette, trasformate anch’esse in parte in struttura ricettiva e in parte in abitazioni private.

Dopo Bobbio Pellice, circa 150 metri a monte della borgata Malpertus, venne realizzata un’interruzione stradale identificata con il numero 134/81, in un tratto in cui la strada attraversa un tratto esposto in roccia. Tale interruzione era creata con quattro fori da mina verticali, rivestiti con tubi di ghisa del diametro interno di 9,5 cm e profondi 2,5 metri.



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