Preliminarmente all’edificazione ottocentesca, occorre menzionare che nel corso degli eventi settecenteschi, e in particolare alle guerre franco-sabaude nell’ambito dei conflitti di successione spagnola prima e austriaca dopo, l’alta Val Varaita fu munita di vari campi trincerati, soprattutto sulla dorsale a cavallo tra il vallone di Bellino e l’alta Val Varaita.
In particolare, risultano menzionati sia i campi trincerati
della Battagliola sia quello sui Fortini di Crosa.
In seguito, nel periodo successivo alla stipulazione della
Triplice Alleanza del 1882 con gli imperi prussiano e austro-ungarico, si avviò
la realizzazione di una nuova linea difensiva, costituita essenzialmente da
postazioni di artiglieria scoperte in barbetta in posizione defilata,
affiancate da opere di casermaggio e polveriere. Lo sbarramento di
Sampeyre era costituito da due installazioni realizzate tra fine ‘800 e
inizio ‘900: la batteria del Collet sopra Rore e la batteria di
Becetto in località Morero. Lo sbarramento fu disarmato nel 1915 e
riutilizzato come deposito di munizioni.
1)
La batteria Collet (Sampeyre)
Benché l’opera sia da inserirsi nel
quadro delle opere ottocentesche c.d. tripliciste, ovvero realizzate sul fronte
francese nel momento in cui l’Italia era alleata di Prussia e Austria-Ungheria,
la batteria Collet venne realizzata soltanto nei primi anni del ‘900. Ciò a
causa di visioni divergenti tra gli uffici militari e ministeriali sulla
necessità dell’opera e sulle eventuali migliorie da apportarvi[1].
Essa si componeva di una piazza in muratura idonea ad
ospitare 6 cannoni da 149 G in barbetta. I locali annessi si componevano di una
caserma, vari magazzini[2], un corpo di guardia e una scuderia.
L’opera non fu utilizzata attivamente e nel 1915 venne
disarmata. Nel corso del secondo conflitto mondiale essa venne adibita a
magazzino in funzione delle opere del Vallo Alpino presenti più a monte.
2)
La batteria Becetto (Sampeyre)
Posta sul versante opposto della valle rispetto alla Batteria
Collet, la Batteria Becetto si raggiunge risalendo, da Sampeyre, sino alle
borgate Morero, poi Stentivi e quindi Durandi.
La batteria venne edificata contestualmente a quella del
Collet e si compone di una piattaforma per 4 cannoni da 149 G. Annessi
all’opera sono presen ti un magazzino e un corpo di guardia, mentre più in
basso erano ubicati il magazzino per i proietti e la caserma per la truppa.
3)
I ricoveri del Colle della Bicocca (Sampeyre)
Il Colle della Bicocca è un passaggio sulla cresta che da
Sampeyre conduce al Pelvo d’Elva e funge da collegamento tra la Val Varaita e
la Valle dell’Elva.
Qui, a fungere da osservatori per le batterie appena
descritte, furono edificati a inizio ‘900 due osservatori, uno sul colle della
Bicocca e uno sulla vicina Punta Morfreid e due ricoveri.
Il Ricovero n. 1, dedicato al sergente Costanzo Dao
Castellana “natio di Elva, del 33°
reggimento fanteria caduto a Desela il 21 agosto 1917”[3], consisteva in un grande edificio “con pianta di L, con struttura in pietrame
e copertura in lamiera zincata, caratterizzata da contrafforti realizzati lungo
le mura per contrastare i movimenti della struttura”[4]. Il Ricovero fungeva da comando di
compagnia ed era idoneo ad ospitare “sedici
ufficiali e duecento sessanta uomini … mentre la scuderia … poteva ospitare
nove muli”[5].
Il Ricovero n. 2 era invece più piccolo; idoneo ad ospitare
una trentina di uomini era dotato anche di un posto di vedetta.
[1]
La vicenda è esaustivamente spiegata in Boglione M., Le strade dei forti, Blu
edizioni, 2010, pp. 152 ss.
[2]
Sui magazzini sono rinvenibili “evanescenti
scritte INNESCHI, SPOLETTE, CANNELLI FULMINANTI” a ricordare le
destinazioni d’uso originarie. Cfr. CORINO P.G.- DE ANGELIS D., Val Varaita –
IV/B Sottosettore G.A.F., Graffio editore, 2022, p. 11.
[3] Ibidem, pp. 21 ss.
[4] Ibidem
[5] Ibidem
Nessun commento:
Posta un commento