mercoledì 11 luglio 2018

La zona dei Tredici Laghi e di Conca Cialancia (Perrero/Prali)


La conca dei Tredici Laghi ospita numerose strutture militari, le più importanti delle quali sono i Ricoveri Perrucchetti, costruiti tra il 1888 e i primi anni del '900 nell'ampio pianoro intorno al Lago della Draja e dedicati a Giuseppe Domenico Perrucchetti, uno dei fondatori del corpo degli Alpini. Complessivamente i ricoveri “ufficiali” erano otto. I primi che si incontrano lungo il sentiero che arriva dal Bric Rond sono i numeri 1 e 2: realizzati entrambi nel 1888/89 in muratura in pietrame e malta, il primo era strutturato su due piani (quello superiore soppalcato) e aveva un tetto piano Hausle, per una superficie complessiva di 228 mq; il secondo invece, simile nelle dimensioni, aveva però un solo piano e una copertura con tetto a due falde. Nei pressi dei due edifici se ne trova un terzo, molto più piccolo (un solo vano) e non intonacato, definito nella documentazione d’epoca come “Ricoverino aperto alli viandanti”.
Su una collinetta a sinistra si trovano i ricoveri n. 3 e n. 4: coevi dei precedenti, il primo era destinato esclusivamente agli ufficiali; entrambi avevano due piani e tetto piano, per una superficie rispettivamente di 107 e 155 mq. A destra, su un modesto rilievo da cui si domina il fondovalle, si trova il ricovero n. 5: composto da un solo locale, presentava su un lato una muratura tondeggiante sporgente dal corpo principale, destinata a punto di osservazione sul vallone sottostante. Proseguendo verso su-ovest si passa accanto ai ruderi di alcune strutture addossate al terreno, che probabilmente fungevano da depositi e magazzini.
Si giunge quindi al ricovero n. 6, che in origine aveva due piani (il secondo soppalcato) e tetto a due falde coperto con lastre di pietra, con alcuni locali aggiunti successivamente. Oggi del corpo principale della struttura restano solo poche parti delle murature, tranne una porzione ancora in piedi a cui è stato rifatto il tetto. Su una parete è presente una targa in pietra che reca incisa la scritta: “3° REGGIMENTO ALPINI - RICOVERO N. 6 - 1890 / 1909”. Alcuni anni fa, in una parte dell’area occupata dall’edificio era stato realizzato un bivacco in legno per gli escursionisti. Poco più avanti si trova il ricovero n. 8, una modesta struttura intonacata di forma pressoché cubica, composta da un solo locale di circa 20 mq. Sul lato opposto del Lago La Draja fa bella mostra di sé il ricovero n. 7, il più grande di tutti (868 mq): strutturato su due piani, aveva porte e finestre in legno rivestite di lamiera e poteva ospitare 250 uomini tra soldati e ufficiali. Il tetto piano è ancora in discrete condizioni. All’ingresso, su una lapide in marmo si legge: “RICOVERO N. 7 - ANNO 1900 - QUOTA 2386”.
In prossimità dei ricoveri si trova anche un cippo segnaletico, che riporta i tempi e la direzione per raggiungere il “Passo Rous”, la “Porta Cialancia” e il “Ricovero aperto”. Inoltre, su tutto il pianoro sono presenti molte incisioni su pietre e rocce, fatte dai soldati che hanno presidiato la conca dei Tredici Laghi, che riportano indicazioni dei reparti, nomi propri, date, ecc.. Una carta del 1902 mostra che la zona dei Tredici Laghi era collegata a Perrero tramite una linea telefonica permanente militare, che passava da Rocca Bianca e Malzas.
Tra gli anni ’20 gli anni ’30 i ricoveri vennero risistemati dai militari del 3° Reggimento Alpini, in quanto la zona dei Tredici Laghi fu utilizzata come punto di raccolta dei reparti e appoggio logistico alla difesa mobile effettuata durante la Seconda Guerra Mondiale, che aveva come obiettivo il Colle d'Abries. Da un confronto con una cartolina di fine ‘800, dove mancano ancora i ricoveri n. 7 e n. 8, si nota anche che alcune strutture (i ricoveri n. 1, n. 3 e n. 4) avevano una forma diversa rispetto a quella attuale, ovvero un solo piano e tetto a due falde (come i ricoveri n. 2 e n. 6), per cui questi edifici sono stati sicuramente rimaneggiati successivamente, in modo analogo a quanto avvenuto per i ricoveri di Rocca Bianca e dei laghi dell’Albergian. Oggi le strutture sono danneggiate e pericolanti, da visitare con cautela. Occorre tener presente che, quando sono stati costruiti, non solo non esistevano mezzi meccanici per arrivare a quelle quote, ma non esisteva neanche la strada carrozzabile che oggi arriva a Prali e che sarebbe stata costruita solo nei primi decenni del '900.



Salendo di quota lungo la mulattiera verso nord-est, si può raggiungere il lago Ramella o Rametta (2.586 m), conosciuto anche come il “Lago dei cannoni” per la presenza di due cannoni ancora in postazione nelle rispettive piazzole (caso unico in tutto il fronte Alpino Occidentale), posizionate sulla riva ovest dello specchio d’acqua a poche decine di metri l’una dall’altra. Facevano parte della 149ª batteria di artiglieria della G.a.F. (Guardia alla Frontiera), completata nel 1939, che era composta da 4 cannoni da 149/35 ad affusto rigido su ruote. La lunghezza della canna era di 5,82 metri, la gettata massima di tiro 16,5 Km, con cadenza media di un colpo ogni 6 minuti. Un grosso cuneo veniva collocato dietro alle ruote, per contrastare il rinculo provocato dallo sparo. Sui cannoni è ancora possibile leggere molti dati tecnici (peso, ditta costruttrice, ecc.), tra cui l’anno di realizzazione (1916 e 1917): si trattava pertanto di “gloriosi residuati” della guerra 1915-1918. Sulle rive del lago si trovano anche resti delle code d’affusto e di una delle canne. Le piazzole allo scoperto erano rivestite su tre lati con muri in pietra e cemento, a cui erano addossati un paio di metri di terra per attutire eventuali colpi in arrivo. Le altre due piazzole si trovano poco più a valle, a quota 2.575 m e 2.560 m, dove si possono vedere solo pochi resti dei cannoni: una coda d'affusto, parti delle canne, alcuni pattini dei cingoli.
Il compito della 149ª batteria era di battere il vallone di Abries per disperdere eventuali assembramenti o accampamenti di truppe nemiche sistemati fra il paese di Abries e la piccola borgata di La Monta, base di partenza per una possibile azione offensiva attraverso il Colle della Croce. Durante le operazioni del 1940, la batteria aprì più volte il fuoco sui paesi di La Monta e di l'Echalp; nel vallone di Abries tutt'oggi delle lapidi ricordano le vittime dei bombardamenti. Nel 1950 la batteria venne smantellata e tutto il materiale ferroso possibile fu recuperato: i cannoni posizionati sulle rive del Lago Ramella vennero privati della volata (tagliata con la fiamma ossidrica), dei sistemi di puntamento e degli otturatori.
A est del lago, dietro una collinetta, si trovavano un magazzino e i baraccamenti per i serventi, di cui restano solo poche tracce di murature in pietra e cemento e alcuni rottami metallici. Dal momento che non fu possibile trovare in loco sabbia idonea per la costruzione del ricovero, la stessa fu trasportata da Ribba, circa mille metri più in basso. Sul dosso tra il ricovero e il lago si notano resti di due appostamenti semplici all’aperto. Più in basso, lungo il sentiero poco sotto i Laghi Verdi, si trovano i resti di un parapetto in pietra lungo alcuni metri: in questa zona una carta del 1940 indicava la presenta di una postazione per mortai. Era in progetto anche una teleferica, che partiva dalle miande di Fondo sopra Indiritti e arrivava a monte del Lago dell’Uomo, poi sostituita da una tra la Conca Cialancia e i Tredici Laghi, ma nulla di tutto ciò fu realizzato.
Sui colli e le creste che circondano la conca dei Tredici Laghi si trovano altri ricoveri militari costruiti nel 1889 dal 3° Reggimento Alpini. Quelli del Passo della Cialancia e del Passo Roux avevano la stessa tipologia: una struttura quadrangolare con l’aggiunta di un vano su mezzo lato, muratura in pietrame e tetto a due falde in tegole e lamiera, internamente suddivisa in due locali con soppalco. Lo stesso modello fu usato anche per il ricovero del Colle Giulian. Sull’edificio del Passo Roux, intitolato al soldato Alberto Martino, risultavano effettuati dei lavori ancora nel 1938. Oggi di queste strutture restano solo pochi ruderi, collegati da una splendida mulattiera militare che, seguendo il filo di cresta, costituisce un ottimo e facile percorso per gli escursionisti.
Al Bric Rond, presso l’arrivo della seggiovia, si trovano i resti del ricovero del Cappello d’Envie, intitolato al maresciallo Giovanni Balmas. L’edificio era a un solo piano con sette vani e tetto a doppia falda; successivamente fu modificato realizzando un tetto piano (come i Ricoveri Perrucchetti). Altri lavori vennero eseguiti nel 1938. Secondo fonti dei servizi segreti francesi, negli anni Venti vi era in zona anche un altro ricovero, a forma di semicerchio e munito di feritoie, oltre a una polveriera scavata nella roccia a circa 200 metri di distanza.
Il ricovero del Cournourin, presso l’omonimo passo a sud-ovest dei Tredici Laghi, risulta invece in discreto stato di conservazione: le murature sono ancora parzialmente intonacate, con gli angoli esterni in pietra da taglio. L’interno era costituito da un solo locale al pianterreno, più un soppalco abitabile in legno; tramite una serie di feritoie era possibile controllare il vallone che risale al Colle Rousset. Sulla vicina Punta Cournourin si rinvengono alcuni appostamenti protetti da muretti a secco. Lungo la mulattiera che dai Tredici Laghi va verso il Colle Giulian, nel tratto in cui si percorre la Costa Belvedere, si trovano alcune camere da mina, realizzate probabilmente negli anni ’30 del ‘900, che servivano a far saltare la strada in caso di necessità. Su alcune targhe in pietra sono incisi i dati delle strutture.
Esisteva anche un progetto per collegare con una strada la zona dei Tredici Laghi con il vallone di Faetto, nel territorio di Perrero. Questa infrastruttura partiva dal fondo della Val Germanasca, poco dopo l’abitato di Trossieri, e risaliva tutto il vallone fino ai laghi di Conca Cialancia (2.445 m), presso cui si trovano i resti di alcuni baraccamenti militari. I lavori iniziarono nel 1938, e alla fine dell’anno risultavano già realizzati 13,5 Km; nel 1940 si aprì il transito fino all’Alpe Lauson, mentre nel 1942 si raggiunse Conca Cialancia, con un tracciato complessivo di 22 Km. Da qui, la strada avrebbe dovuto proseguire (pare addirittura con un tunnel sotto il Passo Cialancia, che non fu mai realizzato) fino al versante di Prali, dove si trovavano i Ricoveri Perrucchetti.



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La zona dei Tredici Laghi - Conca Cialancia (Prali/Perrero)
Vallo Alpino: le postazioni dei Tredici Laghi (Prali)

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