sabato 27 agosto 2022

Le fortificazioni del Moncenisio #3 - La batteria La Court

La necessità di fortificare e proteggere l’ampio pianoro del Moncenisio fu sentita fin da quando, nel 1860, la Maurienne, un tempo piemontese, venne ceduta alla Francia assieme a tutta l’area regionale della Savoia. Da questo momento in avanti il Moncenisio divenne una tra le massime fonti di preoccupazione italiana, tanto più quando, con l’adesione alla Triplice Alleanza (1882), la Francia dovette essere considerata un nemico da cui guardarsi. A partire dalla seconda metà dell’800, dunque, si iniziò a progettare una linea difensiva capace di rendere il passo inespugnabile.

Osservando il pianoro dalla grande diga in terra battuta realizzata negli anni ’50 e posta all’estremità meridionale del lago, si possono individuare tre grandi complessi fortificati a sinistra ed a destra del grande specchio.

A sinistra, balzano subito agli occhi le poderose strutture del Forte Varisello e della Batteria del Malamot, posta in cima alla montagna omonima; a destra non si può non vedere la grande mole del Forte Roncia. Un tempo, ove oggi si erge la grande diga che sbarra il lago artificiale, era anche posizionato il Forte Cassa, demolito negli anni ’50 proprio per lasciar posto al grande sbarramento. Ecco le opere principali:


Percorso: Diga del Moncenisio – Batteria La Court – Alpe Tour

Difficoltà: E

Tempo di percorrenza: ore 1.20 l'intero anello

Dislivello:100 mm (circa)


Accesso: Da Susa si raggiunge il villaggio abbandonato di Grand Croix 2005 m, posto alla base della grande diga del Lago di Moncenisio. Proseguendo sulla statale, oltre la vecchia dogana francese si raggiunge il primo tornante che si incontra e si lascia l'auto nell'ampia piazzola di parcheggio posta all'interno della curva.

N.B. Considerata la natura di questo itinerario, che si sviluppa per lungo tratto su strada sterrata, si consiglia, nella sua prima parte, l'utilizzo della M.T.B.

Dal vertice del tornante 2050 m (circa) si individua una ripida stradetta asfaltata , che rimontato un risalto, prosegue sterrata in direzione est (Alta via della val Susa). Lasciata a destra la grande cava da cui, negli anni '50, venne prelevato il materiale di sterro per la costruzione della diga, si prosegue in forte ascesa fiancheggiando il rudere di una grande caserma e, poco oltre, il risalto erboso su cui sorgono i ruderi della Batteria La Court si rimonta ripidamente a mezzacosta per giungere ad un punto ove la strada sterrata pianeggia e si sviluppa in falsopiano, a saliscendi, offrendo bei colpi d'occhio sulla sottostante val Cenischia e sui laghi di Ferrera Cenisio. Seguendo u corrugamenti del versante, la carrareccia, a buon fondo, raggiunge la suggestiva ed abbandonata Alpe Lamet, posta in una conca, oltre la quale, dopo lungo tratto di discesa si giunge al verdeggiante pianoro in cui è posta l'Alpe Tour 2124 m, tutt'oggi utilizzata (ore 1.20 dalla partenza).





Batteria La Court

Costruita ad inizio ‘900 a 2090 m, sulla sommità dello sperone roccioso detto La Court fu la seconda, dopo la Batteria Paradiso, batteria corazzata ad essere costruita sul Moncenisio. Serviva a proteggere il Colle da eventuali assalti provenienti dalla Francia. La batteria era una dell 4 sole batterie corazzate del Vallo Alpino occidentale (oltre le due suddette quelle dello Chaberton e del Forte Pramand, sempre in val Susa). Poco utilizzata nel 1915, all’entrata in guerra dell’Italia nel Primo Conflitto Mondiale, non venne smantellata, ma lasciata integra a presidio del valico del Moncenisio. Venne fatta saltare nell’aprile 1945, per evitare che venisse conquistata dai francesi. Oggi comunque è francese.

Era costituita de un blocco di calcestruzzo distribuito su due piani, con locali tecnici e alloggiamenti a piano terra. Al piano superiore, collegati con scale a chiocciola, i pozzi ove erano basati i cannoni da 149/35 A in cupola corazzata di tipo Grillo. I pozzi avevano diametro di 5 m e profondità di 2. I locali sotterranei e la polveriera erano collegati con montacarichi ai piani superiori. La batteria era dotata di un trinceramento rivestito in pietra per i fucilieri


Caserma Difensiva e Batterie Malamot

Posta a 2914 m. di quota, sulla cima del M.te Malamot, la caserma difensiva del Malamot era servita da una strada carrozzabile la cui realizzazione fu una vera impresa. Tra la fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90 dell’800, qui furono edificate una serie di opere di cui oggi sono solo più visibili pochi resti: le Batterie delle Fusere Alte ed i Ricoveri del Giaset. Più in alto la Caserma difensiva, eretta nel 1889 a ridosso della linea di confine; in grado di alloggiare 200 uomini e 4 ufficiali ed armata con 4 potenti mitragliatrici Gardner. Più in basso, al Colletto Malamot 2810 m, ancora oggi si notano i ruderi della Batteria Malamot, realizzata in barbetta anch’essa nel 1889 ed armata con 12 cannoni da 149 G.

Negli anni ’30 del ’900, con la realizzazione del Vallo Alpino, tutte queste strutture vennero sostituite da più efficienti opere in caverna. Tra queste la cupola in acciaio ancora oggi visibile sulla cima del Malamot, dotata di 4 feritoie per mitragliatrici e collegata ad un bunker realizzato parte in galleria, parte in calcestruzzo, che poteva ospitare 30 uomini.

Le postazioni del Malamot nel 1944 furono occupate da reparti tedeschi che le armarono con pezzi anticarro. Con queste armi i nazisti, nell’aprile 1945, riuscirono a respingere l’attacco francese teso ad espugnare le postazioni.























 


sabato 20 agosto 2022

Le fortificazioni del Moncenisio #2 - Il Forte Roncia

La necessità di fortificare e proteggere l’ampio pianoro del Moncenisio fu sentita fin da quando, nel 1860, la Maurienne, un tempo piemontese, venne ceduta alla Francia assieme a tutta l’area regionale della Savoia. Da questo momento in avanti il Moncenisio divenne una tra le massime fonti di preoccupazione italiana, tanto più quando, con l’adesione alla Triplice Alleanza (1882), la Francia dovette essere considerata un nemico da cui guardarsi. A partire dalla seconda metà dell’800, dunque, si iniziò a progettare una linea difensiva capace di rendere il passo inespugnabile.

Osservando il pianoro dalla grande diga in terra battuta realizzata negli anni ’50 e posta all’estremità meridionale del lago, si possono individuare tre grandi complessi fortificati a sinistra ed a destra del grande specchio.

A sinistra, balzano subito agli occhi le poderose strutture del Forte Varisello e della Batteria del Malamot, posta in cima alla montagna omonima; a destra non si può non vedere la grande mole del Forte Roncia. Un tempo, ove oggi si erge la grande diga che sbarra il lago artificiale, era anche posizionato il Forte Cassa, demolito negli anni ’50 proprio per lasciar posto al grande sbarramento. Ecco le opere principali:


Forte Roncia

Simmetrico, rispetto al Forte Varisello, il Forte Roncia ne era molto più piccolo e sorgeva a 2294 m. di quota nel vasto altipiano conosciuto come Piano delle Cavalle. L’opera, coeva alle altre due strutture di cui sopra, era a pianta circolare, attorniata da ampio fossato ed era armata da 6 cannoni da 9 AR/Ret, puntati verso il Colle del Piccolo Moncenisio. Disarmato nel 1915, il Forte Roncia fu poi riutilizzato, ma solo come caserma, a partire dal 1937. Le sue funzioni furono trasferite alla vicina e più moderna Batteria B 4 costruita a metà degli anni ’30 in caverna nelle sue immediate adiacenze.


Percorso: Lago del Moncenisio (Plan des Fontainettes) – Forte Roncia


Difficoltà: E
Tempo di percorrenza ore =.40
Dislivello: 125 m

Accesso: Da Torino si raggiunge Susa con l’Autostrada A 32 del Frejus. Giunti in città, propria dalla piazza centrale, si imbocca la SS 25 del Moncenisio (indicazioni) seguendola per 25 Km sino al grande lago che occupa gli ampi pianori del valico Si può parcheggiare la vettura nei pressi delle strutture turistiche poste sulla sponda settentrionale dell’invaso.

Dalla sponda del Lago 1970 , ove sorge la chiesa a forma di piramide, nasce una carrareccia non transitabile in auto che, presto trasformatasi in sentiero, si inerpica sul costone posto al di là della SS 25 e che conduce al verdeggiante Plan des Fontainettes 2093, sovrastato dal poderoso Fort de la Ronce, di caratteristica forma circolare.






















 



 

 

sabato 13 agosto 2022

Le fortificazioni del Moncenisio #1 - Il Forte Varisello

Le Fortificazioni del Moncenisio


La necessità di fortificare e proteggere l’ampio pianoro del Moncenisio fu sentita fin da quando, nel 1860, la Maurienne, un tempo piemontese, venne ceduta alla Francia assieme a tutta l’area regionale della Savoia. Da questo momento in avanti il Moncenisio divenne una tra le massime fonti di preoccupazione italiana, tanto più quando, con l’adesione alla Triplice Alleanza (1882), la Francia dovette essere considerata un nemico da cui guardarsi. A partire dalla seconda metà dell’800, dunque, si iniziò a progettare una linea difensiva capace di rendere il passo inespugnabile.

Osservando il pianoro dalla grande diga in terra battuta realizzata negli anni ’50 e posta all’estremità meridionale del lago, si possono individuare tre grandi complessi fortificati a sinistra ed a destra del grande specchio.

A sinistra, balzano subito agli occhi le poderose strutture del Forte Varisello e della Batteria del Malamot, posta in cima alla montagna omonima; a destra non si può non vedere la grande mole del Forte Roncia. Un tempo, ove oggi si erge la grande diga che sbarra il lago artificiale, era anche posizionato il Forte Cassa, demolito negli anni ’50 proprio per lasciar posto al grande sbarramento. 


Forte Varisello


Edificato tra Il 1887 ed il 1880 il Forte Varisello domina da 2106 m. di quota l’attuale lago artificiale del Moncenisio. Esso costituiva, assieme all’ormai distrutto Forte Cassa ed al Forte Roncia, collocato in posizione simmetrica dall’altra parte dell’invaso, un serio sbarramento del passo. La struttura, a pianta poligonale e circondata da ampio fossato, era costituita di parecchie cannoniere e casematte disposte su diversi livelli. Al piano superiore erano posizionate le bocche da 9 A.R./Ret, mentre sui fianchi nord, est, ovest si affacciavano ben 27 cannoniere. In basso, invece, trovavano posto 4 cannoniere per obici e file di feritoie per i fucilieri.

Disarmato nel 1900, dopo solo 20 anni di vita, per manifesta incapacità di resistere al fuoco delle moderne granate, il forte fu utilizzato come bersaglio per tiri di artiglieria e quindi come magazzino.



Itinerario di visita: Ex Dogana del Moncenisio –Fort varisel - M.te Malamot


- Difficoltà: E

- Tempo: ore 2.30

- Dislivello: 909 m



Dalla base della grande diga del Moncenisio, si raggiunge il vicino e suggestivo villaggio abbandonato di Grand Croix 2005 m, per imboccare poi una carreggiabile sterrata che dopo poche decine di metri si biforca. Tralasciando la deviazione di destra, che porta verso la diga, si prosegue a sinistra iniziando a salire e passando sotto l’incombente Fort Varisel. Giunti ad un bivio, voltando a destra si risalgono i 6 tornanti stradali che mettono al Forte (ore 1 dalla partenza).

Tornati al bivio, si prende la via di sinistra, chei s’inerpica lungo un costone erboso, sempre seguendo l’ex rotabile militare, in più punti rovinata. Con numerosi tornanti la strada guadagna quota superando numerosi baraccamenti in rovina e attraversando ampie e verdissime zone pascolive d’alta quota. Lasciata a sinistra l’ex carrettabile che si dirige verso il lago Bianco, la strada, ormai ridotta a un tratturo, con ampi tornanti guadagna facilmente la sommità del monte Malamot 2914 m, dov’è collocata una postazione militare dotata di cupola blindata (2,30 h da Grand Croix).