martedì 27 settembre 2022

Il Castello di Verzuolo

 Il Castello di Verzuolo si erge imponente sulla rocca che sovrasta il borgo medievale di Verzuolo.


Fatto erigere nel 1377 dal Marchese Federico II di Saluzzo, probabilmente sui resti di un’opera preesistente, forse una torre di avvistamento – c.d. torre saracena -, fu dotato di quattro torri, due a pianta quadrata e due circolari, unite da mura con merlature ghibelline[1]. Il Castello “aveva un poderoso torrione cilindrico a tre piani, detto Torre del Leone, posto a guardia del ponte levatoio. Esso era collegato mediante un passaggio sotterraneo alle torri quadrate del castello e a quelle poligonali dette Valfrigida e Belvedere, mentre una cinta muraria ed un fossato costituivano la difesa esterna. Il corpo centrale aveva una massiccia forma a parallelepipedo con quattro piani, dei quali solo due fuori terra…nei sotterranei vi erano le prigioni, che avevano avuto ospiti illustri come il figlio di Margherita di Foix e il vicerè di Napoli Ugo di Moncada. Nella torre quadrata c’era un trabocchetto costituito da una parte di pavimento in bilico che si apriva su un pozzo armato con lame e spuntoni”[2]. Nel corso degli anni il castello venne dotato di una cappella posta al di sotto di una delle torri e in seguito, fu ulteriormente rafforzata dal Marchese Ludovico I, sino a renderla “la più solida roccaforte del marchesato”[3].

Ciò permise al Castello di Verzuolo di resistere alle truppe di Carlo I di Savoia, che nel 1477 dopo aver preso Saluzzo non riuscì a conquistare il centro urbano.

Tuttavia, con l’evoluzione delle armi d’artiglieria, il Castello cadde lentamente in disuso per gli scopi difensivi e fu progressivamente adibito a dimora residenziale dei signori di Verzuolo.

“Le mura esterne, i camminanti di ronda e i piombatoi vennero abbattuti e sostituiti da due balconate. L’interno venne ornato con un magnifico salone dal quale si saliva ai piani alti tramite una vasta scalinata di marmo. Nel giardino vennero piantate una gran quantità di fiori e di piante tra cui limoni, cedri ed aranci. I lavori furono svolti per volontà di Silvestro della Manta, abate di Altacomba ed ambasciatore ordinario del duca di Savoia in Francia e a Venezia. In questa ristrutturazione vennero abbattute alcune importanti strutture del sottotetto, contro la volontà degli architetti del tempo, probabilmente una delle cause che porterà al nefasto crollo nel 1916.”[4].


Infatti, probabilmente a causa dell’incuria e di smottamenti del suolo collinare, “all'alba del 18 giugno 1916, infatti, una delle due torri quadrate per metà crollò e con essa buona parte dell'antico archivio del castello, molti documenti vennero distrutti. In questa torre erano custodite oltre sedicimila lettere riguardanti la storia del Piemonte e della Francia dal 1500 al 1800, migliaia di libri e suppellettili di elevato valore storico.

Nel 1938 venne demolita la rimanente torre quadrata (detta dell'orologio), la torre del Belvedere e tutta l'ala, cioè sparì tutta la facciata più bella del Castello.

Il primo crollo del 1916, non fu considerato una sorpresa: già dal secolo precedente vi erano stati dei cedimenti che non presagivano nulla di buono. Così scriveva nel 1898 Giovanni Lobetti Bodoni di Saluzzo: ‘...per il deterioramento che lo edifizio subì in alcune sue parti, le visite non sono più concesse con la passata facilità; il che può dispiacere come ostacolo alla cultura artistica, ma ancora per la paura che il prezioso monumento sia avviato alla sua rovina; onde non si può non augurare che col beneplacito degli egregi proprietari esso sia acquistato dallo Stato e siano da questo apportate all'edifizio, nel quale si potrebbe, così ammirare ancora per lunghi anni uno dei più caratteristici modelli delle grandi rocche medioevali.’”[5].

Il castello, tuttora visibile sulla collina, giace purtroppo in precarie condizioni.



[2] Seren Rosso R.-Guglielmo M., Op. cit., pp. 259-260.

[3] Rovere C., Op. cit., p. 301.

[5] Ibidem

Verzuolo - Castello - Foto di Luca Grande e Simona Pons

Nessun commento:

Posta un commento