martedì 27 settembre 2022

I Caposaldi del gruppo Varaita di Chianale

 

La parte alta della Val Varaita che da Casteldelfino conduce al Colle dell’Agnello venne fortificata con la realizzazione di tre diversi capisaldi a copertura del Vallone dell’Agnello e di quello di Vallanta.

A supporto dei capisaldi, vennero edificate alcune opere di complemento. In primis la caserma in frazione Castello a Pontechianale, la cui struttura è stata in seguito ristrutturata e ospita ora il rifugio Alevé. Ai piedi dell’attuale diga, invece, sono ancora visibili i dieci piccoli fabbricati che fungevano da deposito e magazzino per munizioni e materiali. Inoltre, sempre nella frazione Castello, vennero realizzate due piccole opere in caverna, lo sbarramento di levante e lo sbarramento di ponente, poste ai due versanti della Rocca di Castello e destinate a coprire con due mitragliatrici tutta l’area sottostante. Inoltre, a sovrastare, a monte, la zona del lago, presso la località Grange Cucet, nei pressi dell’attuale Rifugio Savigliano, vi era una spianata che ospitava “la 93° Batteria G.a.F. armata con cannoni da 75/27.”[1].

a.      Il Caposaldo Saint Veran

Posto a sud del Colle dell’Agnello, il Vallone di Saint Veran costituiva, prima della realizzazione della strada del Colle dell’Agnello del 1971, un possibile valico alternativo per varcare la frontiera. All’estremo orientale dell’abitato di Chianale è sita la caserma intitolata a Nino Curti, che poteva ospitare sino a 200 uomini. All’inizio del bosco, innanzi alla caserma, si trova il Centro 11, realizzato in caverna e consistente in un piccolo ricovero a due ingressi.

Risalendo il Vallone di Saint Veran, “su versante destro prima del torrente Pinsonniere si trova l’Opera 10…impianto di tipo 7000 in parte interrato, armato da tre mitragliatrici che battevano il fondo del vallone”[2]. Attualmente sono visibili i ruderi della casamatta in calcestruzzo.

Proseguendo oltre, oltrepassato il rio Pinsonniere, si trovano i pochi resti dell’Opera 204, opera di tipo 7000 dotata di cannone anticarro che in seguito fu demolita in ossequio ai trattati di pace. All’altezza dell’opera, nel pendio roccioso retrostante, si trova la Caverna G, vasto ricovero idoneo ad ospitare una trentina di uomini.

“Continuando nella risalita all’altezza delle grange Pian Vasserot si stacca sulla sinistra il vallone dell’Antolina; nella costa Buscet che si sviluppa sullo spigolo dei due valloni si trovava l’Opera 205. Si trattava di un’opera in caverna del tipo 200, armata con due mitragliatrici che battevano il fondo del vallone di Saint Veran, incrociando il fuoco con le armi dell’antistante 10 bis.”.

Il Centro 10 bis è l’unica opera edificata sul versante sinistro del vallone di Saint Veran. Essa consta di un piccolo ricovero e di due casematte per due armi di mitragliatrici idonee a battere sul vallone e sull’abitato di Chianale.

Sempre ricomprese nel caposaldo, benché ne siano distaccate, sono da considerarsi la pregevole Caserma della Tour Real, posta sulle pendici dell’omonima cima, il Ricovero Colle Longet, posto sulla testata del Vallone di Saint Veran e il Ricovero Colle Veran, posto sull’omonimo colle.

b.      Il Caposaldo Chianale

Il Caposaldo Chianale si sviluppa, invece, dall’abitato di Chianale lungo la dorsale che fa da spartiacque con il Vallone dell’Agnello, denominata Cresta Sela.


Dopo un quarto d’ora di salita, si scollina sul vallone erboso sovrastante l’abitato di Chianale, da dove si gode di una vista invidiabile sino al lago artificiale più a valle. Dirigendo lo sguardo a monte, tuttavia, si intravede con facilità il malloppo in calcestruzzo dell’Opera 7. Tralasciando, momentaneamente, la visita all’opera, si risale lungo il sentiero a mezzacosta in direzione est e quindi si devia verso la Cresta Sela. In una decina di minuti si giunge quindi, alla Caserma H, che appare all’improvviso a 2350 m. s.l.m. e si compone di un edificio a pianta rettangolare con corridoio interno e stanze varie, idonea ad ospitare circa 60 soldati.


Sulla cresta rocciosa soprastante si raggiunge in pochi passi l’Opera 5, con ingresso posto sul versante rivolto a Chianale e con tre postazioni per mitragliatrici idonee a controllare tanto il Vallone dell’Agnello quanto il sottostante fondovalle verso Chianale.

Quale metro più a monte, in cima alla cresta, si trova l’osservatorio di Cresta Sela che, posta ad un’altitudine di 2450 m. s.l.m., consta di un monoblocco in cemento armato, fatto saltare dopo il trattato di pace del 1947, che permetteva un controllo totale del vallone di Chianale e del vallone laterale che conduce al Colle dell’Agnello.

Più a monte si rinviene ancora la Casermetta E, a quota 2600 metri di altitudine, con una caratteristica copertura a botte.

Osservatorio di Cresta Sela - Foto di Luca Grande, Andrea Panin e Gabriele Ricotto

Ridiscendendo verso valle, si distinguono agevolmente i malloppi delle Opere 6, 7bis e 7 e la discesa in tale direzione consente la visita a ciascuna delle tre opere in quest’ordine. Tutte e tre le opere sono speculari; realizzate secondo la circolare 200, si compongono di un malloppo per mitragliatrici battenti il sottostante fondovalle, che si raggiunge attraverso un breve corridoio dall’ingresso posto sul lato italiano.


Ridiscendendo ulteriormente il bel prato di questo versante, si incontra in poco tempo l’Opera 8, simile alle precedenti ma dotata di due mitragliatrici e soprattutto con la peculiarità di avere parecchie iscrizioni ben leggibili all’interno. Da tale opera, spingendosi a mezzacosta verso est, si giunge in pochi passi alla Caverna 12, piccolo ricovero scavato in roccia.

Un’ulteriore discesa sin quasi alla strada provinciale ci conduce all’Opera 9, a pochi metri dalla carreggiata stradale. Quest’opera è più complessa e dall’ingresso si giunge ad un piccolo ricovero che a sua volta è collegato con due distinti malloppi per tre armi complessive idonee a battere sulla strada sottostante. Anche in questo caso, proseguendo a mezzacosta verso est si giunge a un piccolo ricovero denominato Caverna 11 bis.

Le ultime opere di questo caposaldo sono spostate e situate sullo sperone roccioso che funge da secondo versante del Vallone dell’Agnello. Appena due tornanti dopo l’incrocio che conduce al Colle dell’Agnello, si giunge in pochi minuti all’inconfondibile Ricovero Carlo Emanuele III. La poderosa costruzione, edificata negli ultimi anni dell’800, conserva intatta la muratura esterna e le bellissime targhe in pietra che lo individuano ed era idoneo ad ospitare più di cento uomini.

Opera 9bis - Foto di Luca Grande, Andrea Panin e Gabriele Ricotto

Ricovero Carlo Emanuele III - Foto di Luca Grande, Andrea Panin e Gabriele Ricotto

Una volta oltrepassato il ricovero, spingendoci in direzione Chianale verso la scarpata, si inizia una ripida discesa di alcune decine di metri lungo il manto erboso del crinale, sino a tagliare nettamente a sinistra in un pianoro. Da qui, con alcune decine di metri di ulteriore discesa, sempre ripida si giunge all’ingresso dell’Opera 9bis. Questo, interamente in caverna, non è mai stato completato e si compone di un lungo corridoio che porta alle due armi che battevano il sottostante fondovalle verso Chianale.

Ultima opera del caposaldo era il piccolo ricovero che sovrastava il Colle dell’Agnello che oggi non è più visibile.

 

c.       Il Caposaldo autonomo Losetta-Vallanta

Benché i progetti per questo caposaldo fossero decisamente più consistenti, la copertura di questo settore di confine con la Val Po fu affidata in sostanza alla sola Caserma del Passo della Losetta e ad alcuni N.A.S. (Nucleo arma supplementare) che non prevedevano la realizzazione di opere in muratura.

La caserma, ancora visibile, è edificata sul Passo della Losetta, sotto alla cresta di Punta Seras ed era in grado di ospitare una quarantina di uomini.



[1] Ibidem, p. 105.

[2] Ibidem, p. 110.

Caposaldo Chianale

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