1)
La batteria del Mottas (Pragelato)
Proseguendo lungo la strada dell’Assietta
verso Sestriere, si incontra, circa un chilometro dopo Testa dell’Assietta, la
batteria del Mottas; decisamente più piccola rispetto a quella del Gran Serin,
ma di essa coeva, la struttura si
compone di un terrapieno munito di un parapetto in muratura a
La batteria – Foto di Luca Grande, Andrea Panin
e Gabriele Ricotto |
2)
I baraccamenti del Faussimagna (Pragelato)
Nel vallone di Faussimagna,
sottostante la cima ove è sita la batteria del Mottas, sono ancora ben visibili
i resti di varie strutture ed in particolare di due grossi baraccamenti per
truppa e ufficiali che furono edificati alla fine del XIX secolo a complemento
delle vicine batterie.
3)
Batteria del Monte Gran Costa
(Pragelato)
Costruito
negli anni 1888-89 sull’omonimo monte prospiciente la batteria del Mottas; mai
utilizzato in battaglia, fu poi smantellato tra il 1915 e il 1928; la struttura
era composta da un vasto baraccamento e un magazzino per le artiglierie, oltre
che da un piccolo edificio atto al caricamento dei proietti e da una polveriera
sotterranea. La dotazione offensiva della batteria era costituita da svariate
postazioni, delle quali sono ancora visibili i basamenti in pietra, collegate
tra di loro da una strada coperta con banchina per i fucilieri. “La vetta è stata spianata per costruire le
postazioni, suddivise in due settori. A destra si trova quello occidentale,
dove su una piazzola unica era in origine postata in barbetta una batteria di
quattro cannoni da 15 […]. Sul fianco Nord della batteria principale erano
postati due cannoni da 9 […] e, sul lato Sud, quattro pezzi da 12 […]. […] nel
settore orientale era postata una batteria da quattro cannoni da 12 […].”[1]
1)
I ricoveri dell’Albergian (Pragelato)
Sull’altro versante della Val
Chisone, vicino ai Laghi dell’Albergian, furono edificati vari ricoveri alla
fine del XIX secolo al fine
di alloggiare in alta quota le truppe. Sulla parte pianeggiante vicino ai Laghi
sorge la prima caserma a quota 2563 m slm; più a monte (2713 m) venne costruito
un altro edificio adibito al ricovero truppe, dedicato a Clemente Lequio.
[1] Gariglio D.,
Minola M. – Le fortezze delle alpi occidentali, Vol. 1, Edizioni l’Arciere,
1995, p. 123-124.
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