1)
Lo sbarramento arretrato di
Fenestrelle
Resti dell'Opera 225 – Foto di Davide Bianco
Di tale opera restano poche tracce visibili sulla strada che sale
verso il Fort Mutin: in particolare sono ancora distinguibili frammenti di
calcestruzzo lungo il manto stradale e nella boscaglia sottostante la strada.
2)
Lo sbarramento arretrato di Balboutet
(o di Pourrieres)
Lo
sbarramento arretrato di Pourrieres costituisce la linea di fortificazioni del
Vallo Alpino più distanti dal confine francese nell’ambito del settore
Monginevro. Qui furono realizzate quattro postazioni di tipo 7000 di cui oggi
restano poche tracce a seguito delle demolizioni imposte dal trattato di pace.
Opera 211 – Foto di Luca Grande Opera 222 _ Foto di Davide Bianco
3)
Lo sbarramento arretrato del Genevris
La linea
arretrata posta idealmente alle pendici del monte Genevris, avrebbe dovuto
costituire una linea di compertura per impedire l’aggiramento delle poderose
(sulla carta) difese progettate per il Colle del Sestriere. Di tale sbarramento
rimangono visitabili e facilmente individuabili le tre postazioni di tipo 7000
edificate alle pendici del Genevris (211, 212 e 221), situate sulla strada
dell’Assietta nella sua parte finale verso il Sestriere.
L’opera 211 è posta sulla cresta che dal Genevris scende in direzione
del colle di Costapiana e disponeva di due punti di fuoco per battere il colle
stesso e le pendici del Genevris. L’opera 212, invece, è posta sul versante che
guarda Pragelato e consta di un solo punto di fuoco per mitragliatrice rivolto
verso il colle di Costapiana. L’opera 221 è posta in posizione leggermente più
arretrata e con due postazioni per mitragliatrice fungeva da controllo sul
colle di Costapiana e sulle pendici del Genevris. Ancora visibili sono, poi, i
resti degli scavi dell’opera 222, poco distante dall’opera 221.
4)
Lo sbarramento arretrato del Sestriere
I progetti
iniziali di fortificazione del colle del Sestriere prevedevano una linea
fortificata immensa, composta da oltre 40 postazioni e 5 batterie e una
massiccia fortificazione della dorsale tra il Monte Rotta e il Fraiteve.
Tuttavia allo scoppio del conflitto soltanto 11 postazioni di tipo 7000 erano
operative tra il colle e le pendici del monte Genevris e la poderosa strada
militare che avrebbe dovuto collegare tutte le fortificazioni sino addirittura
al forte di Champlas Seguin oggi vede la sua espressione massima nella galleria
che transita sotto la cima del Monte Rotta.
Quest’ultima,
accessibile ma molto pericolosa a causa dei vistosi crolli interni, risulta
essere una Interno della galleria del Monte Rotta – Foto di
Luca Grande e Simona Pons
Analoghe
considerazioni valgono, peraltro, per la strada militare dell’Assietta che,
giungendo a Sestriere dalla Val Chisone, transitando nei pressi del Col Basset,
vedono la strada modificata con una galleria militare costruita per tagliare la
cima di alcune decine di metri. Ciò con un’opera che oggi è inagibile a causa
dei molti crolli della volta.
Discendendo
tale strada in direzione del colle del Sestriere, a un certo punto – in
prossimità di quota 2100 metri di altitudine – alla destra della carreggiata,
si presentano i resti della poderosa galleria che sarebbe dovuta divenire la caverna
di comando dell’Assietta per il IV Corpo d’Armata. Quest’opera in caverna
sarebbe dovuta essere il fulcro delle difese del caposaldo e purtroppo ora non
è accessibile se non con rischi e difficoltà a causa dei crolli e delle
demolizioni.
In prossimità
del Colle del Sestriere erano invece presenti otto postazioni, demolite però in
ossequio al trattato di pace del 1947 (salvo la postazione 207, posta in
località Poggio Capret, nei pressi dell’attuale pista di atletica, che fu fatta
saltare dai tedeschi probabilmente nel tentativo di testare degli esplosivi)[1]. L’unica che fu
risparmiata fu la postazione 206, in quanto troppo vicina al centro abitato.
Essa è raggiungibile e visitabile percorrendo via Monte Rotta: superati alcuni
condomini, l’opera è ben visibile sulla destra sopra la strada; essa è un
bunker con mimetizzazione in roccia per coprire due mitragliatrici.
L'Opera 206 – Foto di Luca Grande e Simona Pons
Ulteriori opere del Vallo Alpino, poi, furono costruite presso la
borgata Monfol a Sauze d’Oulx ; qui, all’ingresso della borgata, sono
visibili due postazioni efficientemente mimetizzate da baite alpine e ciascuna
adatta a ospitare una mitragliatrice e un cannone anticarro per coprire la
strada militare sottostante. Poco a monte, inoltre, sono visibili tracce di
scavo di quella che sarebbe dovuta divenire l’opera 276.
[1]
Testimonanza di Lucio Paltrinieri resa a Boglione M., L’Italia Murata, Blu
edizioni, 2012, p. 254.
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