martedì 4 aprile 2023

Gli sbarramenti arretrati del Vallo Alpino

 

1)   Lo sbarramento arretrato di Fenestrelle

Resti dell'Opera 225 – Foto di Davide Bianco

Sebbene i progetti degli anni ’30 contemplassero la realizzazione di una pluralità di opere nel fondovalle di Fenestrelle, ivi compresa una tagliata, allo scoppio del conflitto soltanto una postazione, la 225, fu realizzata e resa operativa. Essa, ispirandosi alla circolare 7000, era sita appena a monte dei resti del Fort Mutin e fu dotata di due mitragliatrici per battere la strada sull’altro versante.

Di tale opera restano poche tracce visibili sulla strada che sale verso il Fort Mutin: in particolare sono ancora distinguibili frammenti di calcestruzzo lungo il manto stradale e nella boscaglia sottostante la strada.

 

2)   Lo sbarramento arretrato di Balboutet (o di Pourrieres)

Lo sbarramento arretrato di Pourrieres costituisce la linea di fortificazioni del Vallo Alpino più distanti dal confine francese nell’ambito del settore Monginevro. Qui furono realizzate quattro postazioni di tipo 7000 di cui oggi restano poche tracce a seguito delle demolizioni imposte dal trattato di pace.

Opera 211 – Foto di Luca Grande

Opera 222 _ Foto di Davide Bianco


Attualmente si possono raggiungere i resti dell’opera 222, posta a fianco della strada per Balboutet, nei pressi della fontana Turi a 1 Km dal bivio di fondovalle ; a poche decine di metri da questa sono ancora distinguibili gli scarni resti in calcestruzzo dell’opera 223. L’opera 224, invece, si trovava sull’altra riva del Chisone, ove oggi rimangono alcuni grossi blocchi in calcestruzzo a indicarne la posizione orignaria. Tuttavia, ciò che maggiormente è visibile, è l’opera di sbarramento stradale che è stata parzialmente demolita e murata in seguito a lavori sulla strada regionale del Sestriere.

3)   Lo sbarramento arretrato del Genevris

La linea arretrata posta idealmente alle pendici del monte Genevris, avrebbe dovuto costituire una linea di compertura per impedire l’aggiramento delle poderose (sulla carta) difese progettate per il Colle del Sestriere. Di tale sbarramento rimangono visitabili e facilmente individuabili le tre postazioni di tipo 7000 edificate alle pendici del Genevris (211, 212 e 221), situate sulla strada dell’Assietta nella sua parte finale verso il Sestriere.

L’opera 211 è posta sulla cresta che dal Genevris scende in direzione del colle di Costapiana e disponeva di due punti di fuoco per battere il colle stesso e le pendici del Genevris. L’opera 212, invece, è posta sul versante che guarda Pragelato e consta di un solo punto di fuoco per mitragliatrice rivolto verso il colle di Costapiana. L’opera 221 è posta in posizione leggermente più arretrata e con due postazioni per mitragliatrice fungeva da controllo sul colle di Costapiana e sulle pendici del Genevris. Ancora visibili sono, poi, i resti degli scavi dell’opera 222, poco distante dall’opera 221.

4)   Lo sbarramento arretrato del Sestriere

I progetti iniziali di fortificazione del colle del Sestriere prevedevano una linea fortificata immensa, composta da oltre 40 postazioni e 5 batterie e una massiccia fortificazione della dorsale tra il Monte Rotta e il Fraiteve. Tuttavia allo scoppio del conflitto soltanto 11 postazioni di tipo 7000 erano operative tra il colle e le pendici del monte Genevris e la poderosa strada militare che avrebbe dovuto collegare tutte le fortificazioni sino addirittura al forte di Champlas Seguin oggi vede la sua espressione massima nella galleria che transita sotto la cima del Monte Rotta.

Quest’ultima, accessibile ma molto pericolosa a causa dei vistosi crolli interni, risulta essere una

Interno della galleria del Monte Rotta – Foto di Luca Grande e Simona Pons

poderosa galleria, del tutto inutile se si considera la pochezza delle restanti difese realizzate, ma soprattutto la circostanza che la cima del Monte Rotta è facilmente aggirata da un bel sentiero.

 

Analoghe considerazioni valgono, peraltro, per la strada militare dell’Assietta che, giungendo a Sestriere dalla Val Chisone, transitando nei pressi del Col Basset, vedono la strada modificata con una galleria militare costruita per tagliare la cima di alcune decine di metri. Ciò con un’opera che oggi è inagibile a causa dei molti crolli della volta.

Discendendo tale strada in direzione del colle del Sestriere, a un certo punto – in prossimità di quota 2100 metri di altitudine – alla destra della carreggiata, si presentano i resti della poderosa galleria che sarebbe dovuta divenire la caverna di comando dell’Assietta per il IV Corpo d’Armata. Quest’opera in caverna sarebbe dovuta essere il fulcro delle difese del caposaldo e purtroppo ora non è accessibile se non con rischi e difficoltà a causa dei crolli e delle demolizioni.

In prossimità del Colle del Sestriere erano invece presenti otto postazioni, demolite però in ossequio al trattato di pace del 1947 (salvo la postazione 207, posta in località Poggio Capret, nei pressi dell’attuale pista di atletica, che fu fatta saltare dai tedeschi probabilmente nel tentativo di testare degli esplosivi)[1]. L’unica che fu risparmiata fu la postazione 206, in quanto troppo vicina al centro abitato. Essa è raggiungibile e visitabile percorrendo via Monte Rotta: superati alcuni condomini, l’opera è ben visibile sulla destra sopra la strada; essa è un bunker con mimetizzazione in roccia per coprire due mitragliatrici.

L'Opera 206 – Foto di Luca Grande e Simona Pons

Ancora visibili, poi, sono i resti di calcestruzzo dell’opera 205, posta a poche decine di metri della strada che da Sestriere scende verso Champlas du Col. Tale opera venne demolita in attuazione dei trattati di pace. Analoghe considerazioini valgono anche per l’opera 204, nei pressi della strada che scende verso Grangesises, la quale in seguito alla demolizione presenta ancora un ingresso con un breve corridoio non più agibile. Anche l’opera 203, posta appena sotto l’Hotel Principi di Piemonte, benché demolita risulta rintracciabile grazie ai tanti blocchi di calcestruzzo disseminati sul pendio erboso. Più confusa è la localizzazione delle opere 201 e 202, poste a poche decine di metri di distanza sotto alla cima Alpette; queste, infatti, dopo la demolizione, presentano pochi resti di calcestruzzo che non consentono un’attribuzione precisa all’una o all’altra opera.

Ulteriori opere del Vallo Alpino, poi, furono costruite presso la borgata Monfol a Sauze d’Oulx ; qui, all’ingresso della borgata, sono visibili due postazioni efficientemente mimetizzate da baite alpine e ciascuna adatta a ospitare una mitragliatrice e un cannone anticarro per coprire la strada militare sottostante. Poco a monte, inoltre, sono visibili tracce di scavo di quella che sarebbe dovuta divenire l’opera 276.



[1] Testimonanza di Lucio Paltrinieri resa a Boglione M., L’Italia Murata, Blu edizioni, 2012, p. 254.

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