domenica 8 luglio 2018

Vallo Alpino: il Caposaldo Bout du Col (Prali)



Il Caposaldo "Bout du Col" fu realizzato nel 1939 ed era formato da sette opere tipo 7000 in monoblocco, armate ciascuna con una mitragliatrice, ancora tutte ben conservate e facilmente accessibili: tre si trovano nei pressi del lago, due in località Clot di Roccias e altre due nel Vallone delle Miniere. Il compito di questa linea del 2° sistema difensivo era quello di fermare eventuali infiltrazioni che fossero riuscite a superare la linea del Col d'Abries. Nel 1940 lo sbarramento venne reputato “debole ed aggirabile”, per cui furono previsti vari lavori di adeguamento, tra cui la costruzione di 3 opere medie tipo 15000 in caverna e un osservatorio a Punta Cianagli, per un costo totale di 10.767.000 lire. Due di queste (16/a e 18/a) furono iniziate ma mai completate, mentre della terza (13/a) non si sono per ora rilevate tracce.
Il pianoro di Bout du Col era collegato con una grossa teleferica militare alla località Fréiboujo, che fu ridenominata “Pian Littorio” durante il ventennio fascista, da dove poi si potevano raggiungere le postazioni più avanzate. La stazione di partenza, situata tra l’attuale bergeria e il lago, è completamente scomparsa e si possono solo più scorgere alcuni tracce di muri affioranti dal terreno, mentre sono ancora ben visibili alcuni basamenti dei cavalletti della teleferica, sia sul bordo del lago che nei prati più a monte. La struttura era azionata ad acqua: un acquedotto a monte di Fréiboujo trasportava l'acqua alla stazione di arrivo della teleferica, dove veniva messa nelle benne discendenti che per gravità scendevano a valle, consentendo di far risalire un peso corrispondente. Benché fosse ufficialmente definita una teleferica “portaferiti”, che avrebbe dovuto servire a evacuare rapidamente i feriti in caso di combattimento in zona, non risulta sia mai stata utilizzata per tale scopo, mentre è stata invece usata per portare a valle militari vittime di assideramenti e, continuamente, per portare in quota uomini, armi e materiali anche per costruire le altre strutture in quota che compongono il Caposaldo Abries.

Come prima accennato, nelle vicinanze del lago di Bout du Col si trovano tre bunker: l’opera 17 è ubicata appena a sud-ovest dello specchio d’acqua, individuabile come una collinetta che emerge dal terreno pianeggiante: il bunker è infatti parzialmente infossato ed è stato ricoperto di terra, al fine di ridurne la visibilità. La struttura, in ottimo stato di conservazione, è accessibile in quanto il muro che era stato fatto per impedirne l’ingresso è parzialmente crollato. L’interno, composto di tre locali, è completamente dipinto di bianco, e vi si trova una postazione per mitragliatrice che batte, quasi rasoterra, in direzione sud.
L’opera 16 si trova invece poco sopra alla cascatella che alimenta il lago, a sinistra della strada che sale verso il Lago Verde. Nei pressi vi è la presa di un piccolo acquedotto. La struttura è mimetizzata con un rivestimento in pietre e zolle, come i bunker dello sbarramento arretrato di Perrero. All’interno si trova la postazione per mitragliatrice e un condotto per un fotofono che permetteva il collegamento con l'opera 17.
Salendo in mezzo al bosco a monte dell’opera 16 troviamo l’opera 14, che ne è praticamente gemella sia esternamente che internamente, salvo il fatto che questa ha due postazioni per mitragliatrici anziché una. E’ inoltre presente il condotto della fotofonica per comunicare con l'opera 18 in località Clot di Roccias, che si trova all’incirca alla stessa quota. Nei progetti originari era prevista anche un’altra opera, la n. 15, in posizione più avanzata, che però non fu mai realizzata, preferendo in compenso spostare leggermente più a monte l’opera 16.




A nord del lago di Bout du Col, al limitare del bosco che risale le pendici del Bric del Serre, si trovano gli scavi dell’opera 16/a. L’accesso avviene scendendo lungo un tunnel in cui bisogna fare molta attenzione, in quanto la scala di legno presente non fornisce molte garanzie di solidità. La struttura è stata solo abbozzata, infatti è scavata interamente nella roccia senza alcun rivestimento e il tunnel si esaurisce dopo poche decine di metri. Concepita come un’opera media resistente ai medi calibri, dotata di due armi e di scorte di viveri e acqua per 15 giorni, poteva accogliere più di 120 uomini tra soldati e ufficiali. 
L’opera 13/a, che presentava le stesse caratteristiche della precedente ma poteva ospitare solo 60 soldati più gli ufficiali, avrebbe dovuto essere realizzata nei pressi di Punta Cianagli, tra Bout du Col e il Vallone delle Miniere. Era inoltre previsto un osservatorio in calcestruzzo accessibile mediante una rampa elicoidale e, all’esterno, una cucina e le latrine. 
L’opera 18/a, che avrebbe dovuto ospitare anche il comando del caposaldo, è quella che è stata portata a uno stadio di avanzamento maggiore. L’accesso alla struttura si trova nelle vicinanze del Germanasca, in prossimità del sentiero che sale a Roccias. Si entra in sotterraneo attraverso 3 ingressi: due sullo stesso piano e uno più in alto. Sono collegati da una galleria non armata in roccia che corre grosso modo parallela al versante della montagna. A un estremo si trasforma in una grande galleria in cemento con volta a botte e altezza/larghezza di 4/5 metri, fatta a “L” con il lato corto verso l’esterno. Verso il fondo del lato lungo c’è un’apertura che accede a una discenderia; verificando solo dall’esterno, sembra che uscisse alcune decine di metri più in basso vicino al Germanasca, attraverso un’apertura che adesso risulta crollata. All’esterno non si notano resti di altre strutture, ad eccezione di alcuni basamenti che verosimilmente erano di una teleferica, in prossimità dei quali è riconoscibile un affossamento del terreno che potrebbe essere dovuto a un cedimento della galleria sottostante, oppure essere quanto resta di un vecchio accesso.

A monte dell’opera 18/a, sul pianoro denominato Clot di Roccias si trovano altri due bunker serie 7000, posizionati sui due lati del sentiero che da Bout du Col sale verso il Col d’Abries passando sulla sinistra orografica della valle: l’opera 18 si trova a sinistra del sentiero, l’opera 19 a destra. Le due strutture sono praticamente identiche tra loro e sono realizzate in modo molto simile all’opera 17, ovvero parzialmente interrate e ricoperte di terreno in modo da sembrare delle collinette. Dotate entrambe di una postazione per mitragliatrice per battere il sentiero in direzione del confine, l’opera 18 era anche predisposta per ospitare una fotofonica di collegamento con l’opera 14, oltre che con la vicina n. 19.
Completano il caposaldo due piccoli bunker situati all'imbocco del Vallone delle Miniere, che si sviluppa a est di Bout du Col.  Essi sbarrano il passaggio sulla mulattiera che risale l'intero vallone in direzione del confine, la quale un tempo poteva avere una relativa importanza in quanto la presenza di ricerche minerarie aveva richiesto la costruzione di una via di accesso molto comoda, almeno per gli standard dell'epoca. L’opera 12 si trova sulla destra orografica poco sopra il sentiero, nel punto in cui questo esce dal bosco e si apre un pianoro erboso; non è facilissima da individuare in quanto è realizzata quasi completamente interrata. All’interno, oltre ad alcuni attrezzi lasciati dai pastori locali, si trova una postazione per mitragliatrice rivolta verso il sentiero. L’opera 13 è situata sull'altro versante, ma a quota maggiore: per accedervi occorre salire in mezzo al bosco in direzione nord. Gemello del precedente, questo bunker è ancor meno visibile in quanto completamente ricoperto di zolle erbose. Per entrare bisogna scendere una scala, che porta alla stanza dove si trovava l’arma. Le due opere comunicavano per mezzo di un fotofono, nonostante oggi sembri impossibile, vista la folta vegetazione circostante.

A Bout du Col vi sono inoltre due ricoveri per le truppe: il primo, ancora in discrete condizioni, risale probabilmente alla fine dell’800, ed è ben visibile a destra della strada che sale da Ribba, appena finisce la salita. Di forma quadrangolare, è realizzato in pietra e intonacata, il tetto è ancora quasi completamente integro; le finestre e la porta d’ingresso sono parzialmente murate. L’altro, costruito tra il 1938 e il 1939, si trova sulla sinistra al riparo della cresta, più o meno alla stessa quota ma nascosto dalla vegetazione. L’edificio ha un solo piano diviso in tre vani e pianta rettangolare, con un muro di contenimento che lo separa del terreno retrostante. Il rivestimento esterno in cemento sta collassando, e attualmente mancano sia il tetto che gli infissi. Questa struttura era utilizzata anche come deposito di materiali e munizioni per la 341° batteria di Ribba, dotata di pezzi da 100/17, che in una cartografia del 1940 è posizionata sul filo di cresta che sale a sinistra della strada arrivando a Bout du Col, dove in effetti sono ancora rilevabili i resti di alcune piazzole.  



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