A ridosso dei colli di confine tra l’alta Val Germanasca e l’alta Val Argentera si trovano una serie di caserme e ricoveri, costruiti a scopo difensivo e di controllo del territorio tra la fine dell'Ottocento e gli anni Trenta del Novecento. Tutte queste strutture si trovano leggermente sotto la cresta, in posizione difficilmente individuabile dal versante francese e con protezioni naturali.
Al Colle di Rodoretto (2.780 m), sullo spartiacque tra l’omonimo vallone e la Valle Lunga, si trova il ricovero V. Addossata alla parete rocciosa appena sotto il valico, la struttura è di forma rettangolare a un solo piano, poteva ospitare 15 soldati ed era dotata di due mitragliatrici. L’interno è suddiviso in quattro vani mentre il tetto, a uno spiovente, pur se realizzato in cemento armato è in gran parte crollato, lasciando sospesi i ferri dell’armatura. A fianco vi sono le latrine. Per agevolare il trasporto di materiale in quota venne progettata anche una teleferica che partiva poco sopra la bergeria di Balma, poi soppressa in quanto “non indispensabile”. Lungo la mulattiera che sale verso il colle, terminata nel 1940, è ancora possibile rinvenire sulla sinistra i resti di un baraccamento militare ormai diruto, collocato in un pianoro a circa 2.530 metri di quota. Realizzato completamente in pietra, non ha più il tetto (restano solo alcune travature) e anche le murature sono molto malridotte, tanto da far pensare che la struttura sia più antica (fine ‘800/inizio ‘900?).
Il ricovero IV si trova al Passo della Longia (2.822 m), che mette in comunicazione l’omonimo vallone a cui si accede da Bout du Col con il Vallone del Gran Miol. Questa casermetta, simile alla precedente, ha però due piani, collegati da una scala esterna, e un’intercapedine tra le camerate e la parete montuosa a cui è addossata. Inoltre, l’ingresso è addirittura preceduto da un porticato, elemento estetico non comune in strutture del genere; il tetto è ancora in buone condizioni. L’edificio poteva ospitare 30 soldati ed era dotato di due fucili mitragliatori. Su un muro è rimasta un’incisione su cui si legge: “Impresa edile Demartini Alessio IEDA Milano Ing. Dellacqua e Santini […] Giudici. Anno 1942. [...]F.”. Nei dintorni si trovano tracce di alcune fosse per la raccolta dell’acqua, postazioni all’aperto e piazzole, mentre scendendo lungo il sentiero verso Prali si notano, sparsi qua e là tra le rocce, resti di brandine e altri rottami metallici. Un documento del 1940 progettava la costruzione di alcune opere su entrambi i lati del valico, e di una mulattiera che saliva da Pomieri.
Infine il ricovero III si trova alle pendici del Gran Queyron, cima di confine con la Francia, a una quota di circa 2.910 m. La struttura è praticamente gemella di quella del Colle della Longia, compreso il porticato all'ingresso. Per raggiungerlo occorre percorrere un sentiero che sale dalla zona del Fontanone, a monte di Bout du Col; prima di arrivare al ricovero il sentiero attraversa il Passo Frappier (2.891 m), dove si trovano i resti di un baraccamento in pietra, posto proprio sul valico. Date le caratteristiche costruttive e le condizioni attuali, la struttura risale probabilmente alla fine dell’800/inizio del ‘900, come quelle presenti sullo spartiacque con la Val Pellice. Sulla cima del Gran Queyron e della vicina Punta Rasin sono identificabili alcune piccole postazioni e ripari, realizzati con pietra a secco. In una cartografia del 1940 sono indicate due opere da costruire presso il Passo Frappier, oltre a un osservatorio su Punta Rasin.
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