Il Colle Giulian (2.457 m) è un valico
utilizzato da secoli per le comunicazioni tra la Val Germanasca (Prali) e la
Val Pellice (Bobbio Pellice): proprio per questo motivo, è stato in più
occasioni presidiato da soldati. Nulla rimane degli antichi trinceramenti realizzati
nell’autunno del 1689 dai soldati piemontesi per difendere il colle dai Valdesi,
che cercavano di tornare nelle loro valli dopo l’esilio in Svizzera. Lo scontro
avvenne l’8 settembre: i sabaudi erano poco più di un centinaio, e i Valdesi li
attaccarono ai fianchi sfruttando il fattore sorpresa. Vistisi sopraffatti, i piemontesi
si ritirarono con il favore della nebbia, inseguiti a lungo dai Valdesi.
Nelle carte topografiche di fine ‘700, in particolare nella "
Carta delle Valli di Luserna, di S.Martino, di Rodoretto e di Masset" e nella "
Carte topographique des trois vallées de Lusèrne, de Pérouse et de S.Martin, ..." redatta dal Paisina nel 1795, si trovano numerosissimi riferimenti grafici a piccole opere difensive
(ridotte, trinceramenti, corpi di guardia) relative al vallone di Prali, realizzate
con lo scopo principale di rallentare un’eventuale offensiva da parte della
Francia rivoluzionaria. Il Col Giulian risultava difeso da alcuni
trinceramenti e da un "
baraccone"; con ogni probabilità si trattava di opere leggere e oggi non se ne ravvisano quasi tracce. Le
strutture ancora oggi visibili nei pressi del Col Giulian risalgono tutte al periodo a cavallo tre il XIX e il XX secolo. La carta del Paisina indica anche altre
"barricades" lungo il sentiero che sale
dal vallone delle Miniere e un
corpo di
guardia in località “Clapous”, una conca da cui si controllava l’accesso
al Colle Rousset, che porta in Val Pellice. Proprio qui sono ancora visibili i
ruderi di un edificio in pietra, denominato
Ricovero Clapus nelle
mappe IGM di fine ‘800: non è da escludere che per la realizzazione di tale
struttura siano stati riutilizzati i resti di qualche fabbricato precedente.
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La zona del Col Giulian nella carta del Paisina |
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La zona del Col Giulian nella "Carta delle Valli di Luserna..." |
Una zona “ricca” di strutture
militari doveva essere quella tra
Bout
du Col e i colli di confine con la Francia. In particolare due grandi campi
trincerati controllavano il pianoro di Bout du Col: il
"Camp du Serre" sopra le attuali bergerie, alle pendici del Bric del
Serre, e il
"Camp du Vallon" sul
versante opposto, presso l’odierna Punta Cianagli. La sopra citata
carta del Paisina mostra anche altri
trinceramenti, ridotte e corpi di guardia che difendevano: il colletto vicino
al lago, da cui si scende a Ribba; il Passo Viafiorcia, che mette in
comunicazione con il vallone delle Miniere (qui
una delle carte indica addirittura la
presenza di un ponte levatoio); la località Clot di Roccias, dove passa il
sentiero che raggiunge il Col d’Abries; e il Colle del Bocchetta, al fondo del
vallone della Longia. La “
Carta topografica delle valli di Pragelà, S. Martino, Perosa, e Lucerna”
di metà ‘700 indica anche la presenza di trinceramenti al Colle della
Lunga (Longia) e di due corpi di guardia lungo l’omonimo vallone. Nessuna traccia è più rilevabile di tutte queste
strutture, sia per la precarietà dei materiali con cui erano state realizzate,
sia perché molti degli stessi luoghi sono stati utilizzati per la costruzione di
opere militari in epoche successive. Chissà però che non risalgano a quest’epoca
i ruderi di una costruzione in pietra presente poco prima della località
Fréiboujo, nei
pressi del bivio tra la strada principale e il sentiero che sale verso il Passo
di Viafiorcia, definito
“antico” e “in rovina” già
alla fine dell’800.
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La zona di Bout du Col nella "Carta delle Valli di Luserna..." |
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La zona di Bout du Col nella carta del Paisina |
Anche nel
vallone di Rodoretto
dovevano esserci alcune strutture di guardia, in località
Roc du loup o
Teppé (probabilmente l’attuale località Cavallo Bianco, a sud-est delle bergerie
della Balma), presso il Colle della Balma e l’omonimo alpeggio. Altri ricoveri
sono indicati al Colle di
Polious (Peolioso, tra il vallone di Salza e quello del Ghinivert), al Colle del
Geniver (Ghinivert) e al Colle del
Beth.
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La zona di Rodoretto nella "Carta delle Valli di Luserna..." |
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La zona di Rodoretto nella carta del Paisina |
Risale invece al 1704,
nell’ambito delle operazioni militari legate alla guerra di successione
spagnola, il grande campo trincerato realizzato dai francesi in
località Sellette, a ovest della borgata Giordano, in un grande pianoro dove
attualmente vi sono alcune bergerie. Un articolato disegno di un ingegnere
militare al servizio del Maresciallo de la Feuillade
mostra l’orografia dei
luoghi, la pianta del campo e alcune piccole ridotte, che controllavano gli
accessi lungo strade e sentieri circostanti. Vi erano inoltre due “
cassine retranchée” (edifici
“trincerati”, cioè fortificati), uno incluso nel campo e l’altro al di fuori
poco ad est. Il complesso, realizzato con bastioni in terra e palizzate,
ospitava un migliaio di soldati, i quali (aiutati dalle compagnie valdesi)
riuscirono a respingere un attacco delle truppe sabaude avvenuto verso la fine
di luglio del 1704.
Nessuna traccia evidente è più rilevabile sul terreno.
Sempre nella
carta di inizio ‘700 vengono
indicate due ridotte presso la
Colletta
di Fontane, tra il vallone di
Salza e quello di Prali, e in località
Galmont, sulla dorsale tra il vallone
di Ghigo e quello di Rodoretto. Se della prima struttura oggi non restano tracce,
nel secondo caso invece qualcosa è ancora rinvenibile sul terreno. Questo luogo
fu occupato in precedenza dai Valdesi, durante il “Glorioso Rimpatrio” del 1689,
che vi si fermarono per riposarsi e curare i loro feriti. Essi realizzarono alcune
opere di difesa temporanee, di cui ci dà una descrizione il reverendo inglese
William Stephen Gilly nel 1831, durante un suo sopralluogo presso “
il sito dove i Valdesi, guidati da Arnaud,
avevano un campo”. Galmont è descritto come “
forte per natura, ed era stato reso più inespugnabile con due ridotte,
o trinceramenti, che i patrioti avevano costruito”. Gilly sostiene di “
aver camminato nella più piccola delle due,
di forma ovale”, che lui valuta di 100 iarde di circonferenza (circa 91
metri). Ancora
oggi sull’altura di Galmont si riesce vagamente a individuare quello che
probabilmente è l'anello ovale citato dal Gilly. Sul crinale si apre inoltre
una grossa spaccatura, derivante da un fenomeno geologico detto “
litoclasi”, che
sicuramente offriva una situazione favorevole in quanto rendeva la presenza di
persone pressoché invisibile, sia da chi si trovava a valle sia da chi avesse
tentato di individuarle da monte. Un
cartello in legno indica il luogo con la
toponomastica tradizionale, che ha tramandato il ricordo di fatti attraverso i
secoli:
Crô d’la Guèro (“luogo
infossato” della guerra),
Plan d’la Guèro
(piano della guerra),
Lou Sënhâl (il
segnale).
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La ridotta di Fontane in una carta di inizio '700 |
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La ridotta di Galmont in una carta di metà '700 |
Sfoglia la gallery fotografica qui sotto:
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Opere minori nel vallone di Prali |
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