Partendo dalla valle principale e risalendo le valli laterali in sinistra orografica, si incontrano molti punti di comunicazione tra Val Germanasca e Val Chisone; si tratta per lo più di colli e passi di alta quota, quasi impercorribili durante la stagione invernale, ma che in epoca di continue battaglie e cambi repentini di confini e possedimenti apparivano strategici e, per questa ragione, degni di ospitare strutture fortificate difensive.
Il Colle del Pis (2.610 m), che mette in
comunicazione il territorio di Pragelato (in particolare la Val Troncea) con il vallone di Massello, fu
occupato in varie occasioni da truppe di soldati incaricati di bloccare il passaggio.
Il 5 settembre del 1689 i Valdesi, al termine del cosiddetto “Glorioso
Rimpatrio”, una marcia forzata con la quale erano rientrati nelle loro valli
dopo l’esilio in Svizzera, attaccarono il colle con una manovra a tenaglia,
convinti che il presidio di truppe piemontesi fosse molto numeroso. I difensori
sicuramente avevano costruito baracconi in legno e piccoli trinceramenti presso
il valico; ciononostante, l’attacco dei Valdesi andò a buon fine e i soldati
piemontesi si ritirarono velocemente, subendo ingenti perdite.
Alcuni decenni dopo, durante la guerra di successione spagnola, presso i colli del Pis e
dell’Albergian e nel
pianoro di Moremout vennero realizzate alcune strutture di
difesa dalle truppe piemontesi del marchese d’Andorno che nel 1708, dopo aver costretto alla
resa il forte di Perosa e il Fort Louis, occuparono e fortificarono i due valichi
tra Val Germanasca e Val Chisone, riuscendo a sostenere e respingere un attacco
dei francesi. Furono costruiti trinceramenti e alcuni baracconi in legno che,
complessivamente, potevano ospitare 3.185 soldati. L’importanza strategica
di questa zona permase anche nei decenni successivi, tanto che nel 1745, nell’ambito
della guerra di successione austriaca, i trinceramenti dei colli del Pis e
dell’Albergian risultavano ancora operativi.
Il
vallone del Pis venne
nuovamente fortificato alla fine del secolo, con lo scopo principale di
rallentare un’eventuale offensiva proveniente dalla Francia rivoluzionaria. Nelle
carte topografiche di fine settecento si trovano numerosissimi riferimenti
grafici a piccole opere difensive (ridotte, trinceramenti, corpi di guardia),
di cui rimangono ancora oggi alcune tracce. La “
Carta delle Valli di Luserna, di S.Martino, di Rodoretto e di Masset” indica i
"baracconi della Pelata del Pis" tra il
Monte Pelvo (
"Rocca del Pelato") e le
bergerie di Valloncrò, un altro "
baraccone" sul Monte Morefreddo e altri edifici ancora al Colle del Pis e al Colle
dell’Arcano. La "
Carte topographique des trois vallées de Lusèrne, de Pérouse et de S.Martin, …" redatta da Paisina del 1795 è più specifica: conferma
la presenza di strutture ai colli Pis, Arcano, Albergian e sul Morefreddo,
posiziona le "
baraques du Pis" nel
pianoro di Valloncrò, ma individua anche una ridotta difesa da un trinceramento
presso l’attuale località Pian delle Sagne. Sono inoltre indicati due corpi di
guardia lungo il sentiero che sale al Colle dell’Albergian, un campo trincerato
e una piccola ridotta in località Moremout, e altri trinceramenti ai piedi del
Monte Grand Miuls.
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Il vallone del Pis in una carta di fine '700 |
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Il vallone del Pis nella carta del Paisina del 1795 |
Presso il Colle del Pis oggi si
vedono solo i pochi ruderi di un
baraccamento ottocentesco, anche se è
possibile che l’edificio sia stato realizzato sfruttando i resti di qualche fabbricato più antico. I trinceramenti del
Colle dell’Albergian, che risalgono verso la cima
della Fea Nera, sono invece tuttora visibili, mentre non ci sono tracce del
corpo di guardia che doveva essere presente in zona e che risulta addirittura
ancora indicato nella "
Carta Topografica degli Stati in Terraferma di S.M. il Re di Sardegna" di metà ‘800. Resti di altri trinceramenti sono individuabili ai piedi del
Monte Grand Miuls, lungo il sentiero tra il Colle dell’Albergian e quello del
Pis. La cima pianeggiante del
Monte Morefreddo è stata utilizzata alla fine dell’800 per la costruzione di
due ricoveri in muratura, pertanto nulla è rimasto di eventuali strutture
precedenti.
La zona dove sorgeva il campo
trincerato di
Moremout è stata utilizzata alla fine del XIX secolo per la
realizzazione di
due grandi ricoveri, ma è ancora ben individuabile una
ridotta di forma triangolare, realizzata con muretti di pietra a secco, posta a
sud-ovest delle suddette strutture. Un’altra ridotta ancora ben conservata,
simile alla precedente ma di forma trapeizodale, si trova più a valle sul
versante opposto, in cima a un rilievo in località
Pian delle Sagne, ai piedi del Monte Pelvo; poco al di sotto si vede anche
un trinceramento, protetto sul davanti da muretti a secco. Sia queste
postazioni sia quella di Moremout risultano ancora indicate anche sulla sopra citata
mappa di metà ‘800. Infine, alcuni ruderi di
baraccamenti sono individuabili in località Fun la Pla, a nord delle bergerie
di Valloncrò.
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Il vallone del Pis in una carta di metà '800 |
Anche la zona del
Colle Clapier,
situato tra il vallone di Maniglia (Perrero) e il vallone di Bourcet (Roure), alla
fine del ‘600 fu sorvegliato e dotato di piccole opere dalle truppe piemontesi,
nel tentativo di bloccare il “Glorioso Rimpatrio” dei Valdesi. Oggi presso il valico
sono visibili solo alcuni avvallamenti nel terreno, noti localmente con il nome in patouà di
ëntrënchamënt (trinceramenti), di cui però non è
possibile identificare con certezza l’origine.
Poco più a ovest, ai piedi della
Punta
Raccias, sono invece ancora chiaramente identificabili una ridotta e un
trinceramento, che permettevano di controllare sia il Colle Clapier che il
vicino Colle delle Tane, sul versante di Massello. Queste strutture però sono
state sicuramente rimaneggiate nei primi anni del ‘700, e forse anche nei decenni successivi, dato che risultano chiaramente indicate nelle
mappe dell'epoca. Una
mappa di metà ‘800 riporta ancora l’indicazione delle due postazioni, oltre a una terza
a sud-est del Colle Clapier, che però non è stata identificata sul terreno.
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