Le prime notizie sul castello di
Perrero risalgono alla fine del XIII secolo, quando venne assediato da Filippo
di Savoia-Acaia durante la sua campagna contro Ugo, Signore di Val San Martino
(l’antico nome della Val Germanasca), che si era alleato con il Delfino di
Vienne, Umberto I, il quale cercava di espandere il suo controllo verso il
Piemonte. Nel 1297, dopo un mese di assedio, Filippo riuscì a far capitolare i
ribelli; come nuovo castellano venne insediato Iaquimeto de Boszorello. Questo funzionario aveva
il compito di riscuotere tasse e tributi ma, soprattutto, di controllare un
territorio di confine teatro di continue scaramucce e di tenere d’occhio i signori
di Val San Martino. Perciò venne edificato un castrum (castello) affiancato da un receptum (ricetto), cioè un nuovo abitato circondato da
fortificazioni, in modo da poter controllare meglio la popolazione e aumentare
le capacità militari del complesso. La struttura era localizzata sul
promontorio montuoso che sovrasta il paese a est, chiamato ancora oggi Monte
Castello, poco lontano dall’attuale borgata Eirassa.
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Vista del Monte Castello, che sovrasta il paese di Perrero
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Probabilmente distrutto da una
delle tante occupazioni francesi e in seguito riadattato dai Truchetti su
incarico di Emanuele Filiberto di Savoia, del maniero non si hanno notizie
successive fino alla metà del Cinquecento: si sa che nel 1561 la struttura
viene assediata dai Valdesi nell’ambito delle “guerre di religione”, finché le
truppe sabaude del conte della Trinità riescono a liberarla. Negli anni
successivi si ripristina la guarnigione e vengono effettuati vari lavori di
manutenzione, ma nelle carte di fine secolo il castello è già indicato come “in
rovina”.
Le ultime fonti risalgono al
1689, con il rimpatrio dei Valdesi dall’esilio in Svizzera: il duca Vittorio
Amedeo II, per difendere la valle, invia una compagnia del reggimento Guardie
presso ciò che resta delle fortificazioni del borgo di Perrero, che erano
sorvegliate soltanto da un piccolo gruppo di soldati della milizia di dubbia
affidabilità. Si realizzano inoltre alcune barricate per sbarrare il fondovalle
all’inizio del paese, mentre la proposta di costruire alcune ridotte intorno al
castello per controllare le vie di comunicazione verso Faetto, San Martino e
Traverse non viene accolta; queste fortificazioni non
avranno nessun ruolo negli avvenimenti militari del 1689-90.
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Uno stralcio della "Carta delle Valli del Piemonte abitate dai
Valdesi ossia Protestanti", incisa a Parigi nel 1690 di Jean-Baptiste
Nolin, nella quale viene indicato il "C.(astello) Demolie" di Perrero |
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Anche nella "Carta delle Tre Valli del Piemonte" del
1668 viene indicato come il "Castello demolito" |
All’inizio del ‘700 presso la
località Monte Castello viene indicata la presenza di una ridotta, e
nelle mappe catastali di fine secolo si possono ancora trovare i toponimi “Regione delle Baricate” e “Regione Castello”. Alla fine dell’800 il
sito dell’antico castello venne utilizzato per il posizionamento di postazioni d’artiglieria, che hanno definitivamente cancellato
qualsiasi traccia di strutture più antiche.
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La "CARTA
COROGRAFICA DELLE VALLI DI SUSA, MORIENA, ..." del 1708 riporta l'indicazione di una ridotta presso Monte Castello |
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La "Carta topografica delle valli di Pragelà, S. Martino, Perosa, e Lucerna" di metà ‘700 riporta ancora l'indicazione del castello di Perrero
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