Sui valichi di confine
tra la Val Pellice la Francia, si posso ancora oggi individuare numerose
strutture realizzate per il controllo della zona di frontiera. Al Col Bucie si
trova il ricovero II, realizzato nel
1940 insieme ad alcune postazioni semplici all’aperto nei dintorni. La
struttura è stata recuperata negli anni ’70 dal C.A.I. Val Pellice ed oggi
ospita il bivacco “N. Soardi”. Un osservatorio d’artiglieria in caverna, inizialmente
progettato sul colle, non venne mai realizzato.
Appena al di sotto del
Colle Malaura, in punto al Vallone della Crosenna, vi sono i ruderi del ricovero III: come quello del Col Bucie
poteva ospitare 15 soldati ed era armato con due mitragliatrici. La struttura
si presenta ancora in discrete condizioni, con la copertura integra.
Un’intercapedine separa l’edificio dal versante montuoso, proteggendolo
dall’umidità. A fianco si trovano i resti di un altro locale più piccolo,
mentre proprio sul colle è individuabile un piccolo appostamento.
Al Colle dell’Urina
avrebbe dovuto essere realizzato il ricovero
IV, avente le stesse caratteristiche dei precedenti; oggi tuttavia è
visibile solo uno sbancamento poco prima del valico, a destra del sentiero
salendo, riconoscibile dai mucchi di rocce frantumate. Poco più a valle, sempre
sulla destra, si notano alcuni terrazzamenti.
Al Colle Vittona,
raggiungibile dalla Conca del Prà, si trova il ricovero XVII: anch’esso in grado di ricoverare 15 uomini e armato
con due fucili mitragliatori, è stato edificato al riparo della cresta
rocciosa, ma versa oggi in condizioni precarie.
Altre strutture
analoghe erano in progetto per i colli Vecchio (ricovero XVI), Seilliere (XII), Seillierino (XV), Luisas (XIII), Armoine (XIV) e della Gianna: per la loro realizzazione si sarebbero utilizzate le somme economizzate grazie alla soppressione delle opere inizialmente previste ai colli Bucie, Malaura e Urina. Nel 1940 fu proposto l’ampliamento del ricovero del Passo Luisas, tra i monti Meidassa e Granero, in una casermetta da 60 uomini, ma si preferì dare precedenza a quello del Col Armoine (l’unico che poi fu effettivamente realizzato), in quanto da tale posizione era possibile controllare anche la Val Po. Oggi questo edificio, addossato alla parete rocciosa e protetto da un’intercapedine, risulta quasi completamente crollato. Nei pressi
sono individuabili i resti di alcuni
appostamenti.
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