mercoledì 22 gennaio 2020

Vallo Alpino: ricoveri sui colli di confine con la Francia (Bobbio Pellice)



Sui valichi di confine tra la Val Pellice la Francia, si posso ancora oggi individuare numerose strutture realizzate per il controllo della zona di frontiera. Al Col Bucie si trova il ricovero II, realizzato nel 1940 insieme ad alcune postazioni semplici all’aperto nei dintorni. La struttura è stata recuperata negli anni ’70 dal C.A.I. Val Pellice ed oggi ospita il bivacco “N. Soardi”. Un osservatorio d’artiglieria in caverna, inizialmente progettato sul colle, non venne mai realizzato.
Appena al di sotto del Colle Malaura, in punto al Vallone della Crosenna, vi sono i ruderi del ricovero III: come quello del Col Bucie poteva ospitare 15 soldati ed era armato con due mitragliatrici. La struttura si presenta ancora in discrete condizioni, con la copertura integra. Un’intercapedine separa l’edificio dal versante montuoso, proteggendolo dall’umidità. A fianco si trovano i resti di un altro locale più piccolo, mentre proprio sul colle è individuabile un piccolo appostamento.
Al Colle dell’Urina avrebbe dovuto essere realizzato il ricovero IV, avente le stesse caratteristiche dei precedenti; oggi tuttavia è visibile solo uno sbancamento poco prima del valico, a destra del sentiero salendo, riconoscibile dai mucchi di rocce frantumate. Poco più a valle, sempre sulla destra, si notano alcuni terrazzamenti.
Al Colle Vittona, raggiungibile dalla Conca del Prà, si trova il ricovero XVII: anch’esso in grado di ricoverare 15 uomini e armato con due fucili mitragliatori, è stato edificato al riparo della cresta rocciosa, ma versa oggi in condizioni precarie.
Altre strutture analoghe erano in progetto per i colli Vecchio (ricovero XVI), Seilliere (XII), Seillierino (XV), Luisas (XIII), Armoine (XIV) e della Gianna: per la loro realizzazione si sarebbero utilizzate le somme economizzate grazie alla soppressione delle opere inizialmente previste ai colli Bucie, Malaura e Urina. Nel 1940 fu proposto l’ampliamento del ricovero del Passo Luisas, tra i monti Meidassa e Granero, in una casermetta da 60 uomini, ma si preferì dare precedenza a quello del Col Armoine (l’unico che poi fu effettivamente realizzato), in quanto da tale posizione era possibile controllare anche la Val Po. Oggi questo edificio, addossato alla parete rocciosa e protetto da un’intercapedine, risulta quasi completamente crollato. Nei pressi sono individuabili i resti di alcuni appostamenti.


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Vallo Alpino: ricoveri e bivacchi sui colli di confine tra Val Pellice e Francia

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